Dal processo Condor nasce un nuovo processo. Oggi a Roma il procuratore Giancarlo Capaldo ha infatti aperto un nuovo fascicolo sulla morte di Giovanni Bosco Maino, un italiano originario di Vicenza, militante del Mapu, ucciso durante la dittatura di Pinochet in Cile.
Della morte di Maino si occupa giòà il processo Condor in corso: sono accusati di averlo torturato a Villa Grimaldi lì’ex capo della polizia segreta Dina Juan Manuel Contreras Sepulveda e il suo vice, capo operazioni, Pedro Octavio Espinoza Bravo. Sono due dei 35 imputati del processo che è giunto alla seconda udienza presso il Gip Arturi di Roma, prossima udienza il 28 gennaio.
Ma sulla morte di Maino intervengono anche altri responsabili che sono stati già oggetto in Cile di una sentenza di primo grado, con una condanna a pochi anni, e sono in attesa di appello a piede libero.Sono questi cinque accusati che oggi sono stati denunciati alla Procura di Roma, per la morte di Maino.
Si tratta di cinque torturatori e assassini che operavano nella “Colonia Dignidad”, tre tedeschi di cui due civili (nazisti tedeschi) e due militari cileni.
Oggi dunque 6 dicembre 2013 alle ore 10.00, con la denuncia presentata dall’avvocato Andrea Speranzoni, davanti al Procuratore Aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, si è aperta una nuova indagine sull’Operazione Condor, a carico di:
– Fieldhouse Chávez, Eugenio Jesús (Polizia di Investigazioni – Vice Prefetto)
– Hopp Miottel, Harmut Wilhelm (Medico)
– López Tapia, Carlos José (Esercito – Colonnello)
– Mucke Koschkitzke, Gerhard Wolfgang (Civile)
– Van den Berg Schuurman, Karl Johann (Civile)
A “Colonia Dignidad” nel maggio del 1976 sono stati uccisi insieme a Giovanni Bosco Maino anche altri militanti del Mapu come Antonio Elizondo Ormaechea ed Elizabeth Mercedes Rekas Urra. L’avvocato Speranzoni rappresenta le sorelle di Maino, tuttora residenti in Cile, Marian e Margarita.
La denuncia odierna è stata corredata di una copia della sentenza con la quale il Giudice cileno Jorge Zepeda Arancibia ha condanato in Cile gli odierni indagati. Tale sentenza, non ancora ratificata in Appello, è un elemento importante per determinare i responsabili dell’omicidio del cittadino italiano Giovanni Bosco Maino.