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Chiude il Grand Hotel et des Palmes di Palermo. Se ne va anche la stanza in cui si suicidò Raymond Roussel…

Chiude il Grand Hotel et des Palmes di Palermo. Che tristezza. Dove ricordare d’ora in poi Raymond Roussel che per suicidarsi scelse questo luogo e il giorno della Santuzza, il 14 luglio, che per lui era anche la presa della Bastiglia.

Già l’inventore della patafisica ha messo fine ai suoi giorni ingoiando un tubetto intero di barbiturici in una camera del Gran Hotel, fu trovato il giorno 14 luglio mentre in città si celebrava come ogni anno Santa Rosalia..

La sua tomba, per fortuna, è altrove, al Pere Lachaise di Parigi.


Altrimenti per l’Acqua Marcia la memoria del povero Roussel sarebbe finita chissà dove.

Resta anche il libricino che Leonardo Sciascia gli dedicò, pubblicato da Sellerio (serie verdognola).

Qui di seguito un articolo sulla chiusura dello storico albergo palermitano (le camere peggiori erano comunque quelle sulla corte interna, riempita di orrendi meccanismi per l’aria condizionata. Bastava saperlo..).

La fine di un’epoca. Dal 4 gennaio, così come annunciato dal gruppo Acqua Marcia, la società immobiliare proprietaria di diversi alberghi in Sicilia, ha deciso di chiudere i battenti dello storico Grand Hotel et des Palmes di via Roma a Palermo. La società oggi in concordato preventivo, di proprietà della famiglia Bellavista Caltagirone ha deciso il licenziamento di 37 su 41 dipendenti comunicando la decisione anche alle organizzazioni sindacali.

Secondo la società immobiliare l’albergo da anni non ha più quella frequenza di clienti di un tempo e andrebbe anche ristrutturato. Costi, in tempi di “standing review” non proponibili. Dai fasti della Belle Epoque al collasso e alla chiusura. Questo grande albergo a 4 stelle con 172 camere e suite con la sua chiusura chiuderà il sipario di un teatro di gloria, misteri, fatti e misfatti e anche di morti sospette che si consumarono al suo interno dal 1877 anno della sua inaugurazione. Un luogo di arrivi e partenze, un elegante “porto di mare” al cui interno si sono scritte pagine di storia e di giornalismo con elzeviri ad effetto, ma anche scrigno di aneddoti legati alla sua lunga storia a quattro stelle.

Era il 1877 quando il giovane entomologo Enrico Ragusa, tra l’altro anche imprenditore alberghiero palermitano, acquistò la casa patrizia Ingham-Whitaker per farne un grande albergo. Questo grande edificio che si affaccia tra le vie Roma, Mariano Stabile e Principe di Granatelli, è ancora oggi un luogo affascinante che trasuda dalle sue solide mura misteri, fatti e misfatti che nel tempo hanno esaltato la sua imponente caratteristica di “dimora ideale” e anche di “luogo-mito dell’immaginario”. Tanti personaggi noti e meno noti che hanno lasciato al suo interno una traccia indelebile. Così come sono numerosi i fatti che si sono consumati nelle stanze e nei saloni e che, forse, mai saranno svelati, perchè rimarranno scritti tra i marmi e le pareti di questa antica dimora. Se i muri potessero parlare… In realtà gli alberghi sono pieni di fantasmi, come ci ha insegnato Stephen King…

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