Allarme per il Web: il governo ha disposto un Disegno di legge che impedirà di far circolare articoli altrui pubblicandoli nei propri siti. Per pubblicare un articolo nel proprio sito, secondo il Governo Letta che ha varato il disegno di legge nell’ultimo consiglio dei ministri di venerdì 13 dicembre, occorre il consenso dell’associazione di categoria degli editori e un relativo pagamento diritti! Se passasse una disposizione così addio alla libera circolazione dei contenuti, sotto forma di link ecc.
Il disegno di legge incorporato nel Decreto Destinazine Italia, frutto probabilmente delle elucubrazioni del Dipartimento editoria della presidenza del consiglio, tende a introdurre un formidabile limite alla circolazione delle idee. Va combattuto come una nuova norma liberticida.
Non è l’unico provvedimento liberticida del momento. Anche l’Autorità per le garanzie nelle comunicazione – quel simpatico ente che per anni non ha mosso un dito contro tutte le trame di Berlusconi, compresi i decoder ecc ecc (erano i tempi di Catricalà, poi premiato con le sottopresidenze del consiglio) – ha appena adottato misure restrittive per la tutela del diritto d’autore online. L’autore per tutelarsi in sostanza può chiedere all’Agcom di far rimuovere un testo, un filmato, una foto, un audio musicale ecc di cui detenga i diritti, eventualmente pubblicato in un sito. Il Garante procede con un meccanismo incostituzionale, scavalcando cioè la magistratura. E’ lui che si assume il potere infatti di far rimuovere su richiesta eventuali contenuti. Oppure nel caso in cui non ci riesca è sempre lui che può chiedere direttamente al provider di bloccare il sito in questione, impedendone l’accesso. Fantastico, no? Scavalcando la magistratura come organo competente sulle liti il Garante decide tutto da solo e fa chiudere i siti ecc ecc.
Queste novità sono state appena denunciate, insieme al altre disposizioni negative, dall’avvocato Guido Scorza, uno dei pochi giuristi esperti in diritto sul web, che ne ha appena scritto su Il Fatto quotidiano. Oltre alla sua voce – importante, perché è quella di uno dei rari giuristi che si occupano di internet – si registra un fragoroso silenzio. Anche dal movimento Cinquestelle, in passato attento alle libertà della rete, silenzio. Questa mattina ho segnalato personalmente ad alcuni esponenti di Sel e dell’organizzazione giovanile Tilt il tema che è assai importante. Mi aspetto che si levino altre voci per impedire a questi disegni oscurantisti di diventare il quadro normativo di un futuro sempre più nero.