Milano, 15 dicembre 1969, Questura, l’anarchico Giuseppe Pinelli muore dopo essere caduto da una finestra del quarto piano, dalla stanza in cui lo stavano interrogando…Claudia, una delle sue due figlie, ha scritto su Facebook questa sera:
E’ difficile trovare parole nuove per ricordare ciò che così profondamente ha segnato le nostre vite. La morte portata da mani fasciste all’interno della banca dell’agricoltura, la morte di Pino tre giorni dopo nella questura e quella dello studente Saverio Santarelli nel primo anniversario della strage, gli anni di carcere patiti da Pietro Valpreda, sono rimasti nella memoria di chi, ancora, pretende con la stessa indignazione di allora, verità e giustizia. Noi sappiamo, grazie all’impegno e al lavoro di tanti, che la bomba fatta esplodere in questa piazza che ha provocato la morte di 17 persone, era una bomba fascista. Conosciamo le responsabilità di uno Stato artefice e complice che ha tramato, occultato, depositato, mentito, e provocato la fine atroce di mio padre Pino Pinelli. Innocente è scritto su entrambe le lapidi presenti in questa piazza. La verità storica è costata la fatica, la volontà, il coraggio, l’ostinazione di molti e abbiamo il dovere e la responsabilità di testimoniarla e di difenderla. Manteniamo l’attenzione su quello che è stato perché la memoria non sia sterile, ma di insegnamento e monito per questo difficile presente e per il futuro. Esprimiamo ai familiari delle vittime di Piazza Fontana una solidarietà lunga 44 anni e il ringraziamento a quanti continuano a far vivere Pino con il loro impegno e la loro determinazione per arrivare a una società più giusta e più umana.
Claudia Pinelli