Informazioni che faticano a trovare spazio

Senza lo Stato la Mafia e la Camorra non esisterebbero (Carmine Schiavone). Riassunto della audizione appena “desecretata”: i posti, Licio Gelli, i rifiuti radioattivi, i camion, il cancro…

Il 7 ottobre del 1997 Carmine Schiavone, pentito “casalese”, partecipa a una lunga audizione di fronte a una delegazione della Commissioni bicamerale sulle ecomafie presieduta dal verde Massimo Scalia.

Nell’occasione Schiavone chiede e ottiene di “secretare” per vent’anni ciò che dice, cosa che la commissione gli garantisce.

Se non era dunque ora per la decisione della Presidenza della Camera, Laura Boldrini e la vice Sereni che si è occupata della “desecretazione”, avremmo conosciuto le sue affermazioni solo nell’ottobre del 2017. Nel frattempo nelle Terre dei Fuochi si muore di cancro.

Cosa dice di rilevante Schiavone?

Dice che con la regia di centri posti a Milano e ad Arezzo (residenza come è noto di Licio Gelli, che Schiavone peraltro nomina come uno dei referenti dei factotum che erano Cerci e Chianese, in particolare il primo, viene organizzato il traffico dei rifiuti speciali da interrare in una zona che va dalla provincia di Latina alla Campania, allargandosi poi a Calabria e Puglia.

All’origine di questo controllo territoriale c’è il clan Sbardellino, da cui Schiamone & Co ereditano la “zona”.

L’occasione iniziale è la costruzione da parte di Italstrade della superstrada Caserta litorale Domizio. Con quella occasione, ricca di subappalti e di scavi, si offrono così 240 ettari da riempire di scarichi e rifiuti dannosi.

Se ne desume che quella strada sia oggettivamente da allora un concentrato di veleni.

Ma l’appetito cresce e allora Schiavone & Co puntano a una fetta più grande, 10 mila ettari. Che sono stati riempiti di veleni.

E che fanno dichiarare a Schiavone che per bonificarli non bastano tutti i soldi dello stato per un anno.

Quale è la cornice del tutto?

I casalesi controllano tutti gli appalti. E senza lo Stato – questo diuce Schiavone – Mafia e Camorra non esisterebbero…

Quali sono i centri motori dell’operazione gestita dall’avvocato Cipriano Chianese il quale – afferma Schiamone – conosce tutti i siti in cui si sono effettuati scarichi dannosi -?

Oltre a Milano e Arezzo vengono fatti i nomiudi Massa, Genova, La Spezia, Pistoia, Santa Croce sull’Arno.

Cosa si scarica?

Anche rifiuti radioattivi, che Schiavone indica a Casal di Principe dietro il campo sportivo nei terreni di un certo Noviello.

Quali i posti più colpiti dagli scarichi?
Schiamone ne nomina vari: Casapenna, Parete, Casal di Principe, Castel Volturno, Varcaturo, Aversa, Tavernola…

Nel Lazio è stato scaricato dove?

Schiamone dice che nel Lazio erano presenti nelle province di Latina e di Frosinone. Dove? Latina, Borgo San Michele e tutte le zone di influenza bardelliniana. “Lì lo smaltimento illegale dei rifiuti – dice Schiavone – era iniziato prima del 1998.

Tra gli insediamenti di Bardellino Schiavone cita anche Gaeta e Scauri.

Deprimente infine il quadro dei “casalesi” burattinai della politica, in grado di far nominare giunte e sindaci nelle province campane. Quando poi mancava qualcosa era pronto il cambio di casacca: così a Villa Literno tale Faborno del Pci sarebbe diventato della Dc consentendo una giunta in mano a loro i casalesi.

Infine tra gli allegati ecco l’elenco delle targhe dei camion che hanno sversato. Quello di proprietà dello Schiavone era targato CE 607050.

(Sono 63 pagine complessive che chi vuole trova a vari link compreso questo: http://download.repubblica.it/pdf/repubblica-napoli/documentounificato.pdf)

Oggi l’oncologo Marfella dichiara di essere sotto shock perché al tempo di queste dichiarazioni e della loro secretazione ministro dell’interno era Giorgio Napolitano.

Se non altro a quel tempo Napolitano fu peraltro molto criticato – c’è chi ne chiese le dimissioni – per non aver impedito la fuga all’estero di Licio Gelli subito dopo una pesante condanna.

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