Da martedì 19 novembre Alfonso Podlech è tornato in libertà sotto cauzione. Con lui rimessi in libertà, alle stesse condizioni, anche gli altri 24 ex militari accusati in Cile per l’uccisione il 10 novembre del 1973, nei giorni del colpoi di stato di Pinochet, di sette detenuti comunisti nel carcere di Temuco, il caso Polvorin.
A decidere in modo inaspettato per la rimessa in libertà dei 25 incarcerati che restano accusati di omicidio plurimo sono i tre giudici che li avevano arrestati undici giorni prima. Nel frattempo il 18 la richiesta di scarcerazione per estraneità ai fatti presentata da Podlech era stata invece rigettata.
Poi il 19 ecco la nuova decisione.
Che cosa è cambiato dal 18 al 19?
C’è un nome tra gli arrestati ora liberati che dà molto da pensare.
Si tratta di Carlos Oviedo Arriagada.
E’il fratello del nuovo comandante in capo dell’esercito appena nominato dal presidente cileno Pinera.
E cioè fratello del generale Humberto Oviedo Arriagada.
Questa nomina fatta da pochissimi giorni, accompagnata da malumore e criticata da quanti hanno osservato le parentela del generale con persone accusate di violazione dei diritti umani, è forse la chiave di lettura per capire l’improvvisa novità che è scattata a Temuco.
E dà conto delle difficoltà che il Cile vive nel fare i conti col suo passato buio.
Il processo va comunque avanti, per undici giorni gli ex golpisti accusati di aver tolto la vita a detenuti in loro mano hanno vissuto una condizione che probabilmente non avevano mai messo in conto per il loro futuro di ex golpisti e viiolatori dei diritti umani.
Qui di seguito l’atto che ha rimesso in libertà Podlech e gli altri accusati di Temuco: