In serata arriva il “carico” di Enrico Letta nella partita sulla Cancellieri: sfiducia alla Cancellieri è sfiducia al governo.
Il Pd sta già arretrando confusissimo. E così si blinda la Cancellieri, con un intervento di copertura per un ministro che definire ammezzato è già tanto. Come altro considerare questa sortita? Se un qualunque cittadino non così titolato fosse stato “sentito” dalla magistratura e avesse “omesso” ciò che la Cancellieri ha omesso, il cittadino meno titolato si sarebbe ritrovato subito indagato per falso. Come minimo.
Ma in Italia la Procura del dr Caselli, quello che si arrabbia per Erri De Luca ed esce da Magistratura Democratica per le opinioni certo non condivisibili di De Luca ma pur sempre opininioni, ritiene che la Cancellieri non sia da indagare. E perché mai? Non ha forse omesso di dire tutto quello che la riguardava, omettendo telefonate che ha fatto al giro Ligresti (telefonate non che ha ricevuto, ma che ha fatto lei) e la magistratura non la indaga. Curiosissimo, no? E sia.
Con l’aggravante aggiuungerei che in quelle telefonate ha detto poi quello che ha detto e che tutto il paese conosce. Cioè si assiste a un ministro della giusatizia che in telefonate a parenti di arrestati critica apertamente (“non è giusto, non è giusto”) una sentenza. Questa è la sostanza del problema. Non c’è il reato, è stato detto. Beh, c’è comunque qualcosa di inaccettabile.
Dopodiché il presidente del Consiglio mette la fiducia su questo ministro. Così non si fa, caro Letta. Così si dimostra al paese che non siamo tutti uguali ma che alcuni, come diceva Orwell nel suo celebre scritto, sono più uguali degli altri. In un paese complicato come il nostro, infestato di criminali e di crimini, dove il ministro della giustizia deve fare da riferimento al complesso lavoro degli inquirenti e all’applicazione delle leggi, ci ritroviamo così’ con questo risultato. Complimenti.