Oggi a Milano per Lea Garofalo, uccisa dal suo ex partner dranghetista e poi bruciata. Qui di seguito il post di corriere.it sul funerale voluto dalla figlia Denise a Milano, col sostegno di Libera e di Don Ciiotti.
Alcune annotazioni:
Lea Garofalo era stata data con molta disinvoltura dagli inquirenti come sciolta nell’acido, in realtà come è emerso poco tempo fa era stata uccisa e il suo cadavere bruciato come hanno rivelato i suoi resti ritrovati a Monza.
Denise sua figlia che ha attivamente partecipato all’incriminazione dei suoi parenti, a lungo non è stata aiutata dallo Stato (così ho scritto anche nel mio libro “Uomini e donne del Sud” uscito un anno fa) e ora è finalmente entrata in un programma di protezione.
Petilia Policastro infine non sarà in piazza oggi, solo il sindaco: un ritardo nell’organizzazione della partecipazione, problema di costi a quanto pare per i pullman che poi non sono partiti…Mah.
Milano infine sta partecipando in modo tiepido al funerale in corso questa mattina, in una piazza per fortuna gremita grazie a Libera e al suo impegno generale.
Perché infine quella di Lea Garofalo è una storia molto importante?
Perché Lea Garofalo appartiene a quel numero significativo di donne calabresi che si sono ribellate alla ‘drangheta, associazione criminale basata sul clan familiare. Il fatto che poi lo Stato si occupi non sempre con tempestività di queste donne che come Denise hanno rotto il legame di sudditanza e si sono schierate contro è un problema in più.
Che ne dicono i titolari dell’interno e della giustizia?
Ecco da corriere.it di sabato 19 ottobre:
Fatta a pezzi e bruciata,con un ritardo di quattro anni avrà finalmente il funerale che merita. «In ricordo di Lea, la mia giovane mamma uccisa per il suo coraggio»: sarà questa, dettata dalla figlia Denise, la dedica sui segnalibri che, sabato 19 ottobre alle 10.30 in piazza Beccaria, verranno distribuiti a chi parteciperà ai funerali di Lea Garofalo, uccisa il 24 novembre 2009 dal suo ex compagno e boss della ‘ndrangheta Carlo Cosco, contro il quale aveva testimoniato. Il corpo di Lea è stato ritrovato in un campo vicino a Monza il 21 novembre dell’anno scorso. Denise ha voluto che il funerale di sua madre si tenesse a Milano, la città dove Lea si era rifatta una vita, lontana da Petilia Policastro (Crotone), dove la sua famiglia gestiva gli affari della ‘ndrangheta. «Lo celebreremo a Milano per testimoniare la vicinanza dei milanesi e di tutti coloro che, da ogni parte d’Italia, combattono le mafie e la criminalità organizzata», ha annunciato Pisapia. «Il giorno dei funerali sarà un momento di riflessione che coinvolgerà tutta la città. Lea Garofalo non era nata a Milano, ma in questa città era arrivata piena di speranze, qui ha avuto il coraggio di ribellarsi alla ‘ndrangheta diventando testimone di giustizia. Un coraggio che ha pagato con la vita».
IL GIARDINO – Nella stessa giornata il giardino di via Montello (di fronte al palazzo controllato dal clan Cosco) sarà intitolato a Lea Garofalo e ci saranno numerose iniziative organizzate insieme all’associazione Libera. A lei sarà anche dedicato il secondo Festival dei beni confiscati, che si terrà a Milano dall’8 al 10 novembre. Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha spiegato il segnalibro: «Vogliamo riaffermare il potere dei segni contro i segni del potere. Il segnalibro riafferma l’importanza della cultura contro la mentalità mafiosa».
LE LENZUOLA – Il coordinamento di Libera Lombardia invita i milanesi a un «piccolo gesto di partecipazione e adesione»: esporre nei luoghi pubblici e alle finestre e balconi delle case private la bandiera/lenzuolo con la scritta «Io vedo, io sento, io parlo. E tu da che parte stai? Lea Garofalo, testimone di giustizia» (chi desidera la bandiera può scrivere a milano@libera.it ). Ai funerali di Lea don Ciotti porterà anche un mazzo di fiori a nome di Carmine Venturino, ex fidanzato di Denise e condannato all’ergastolo per l’omicidio di Lea. Carlo Cosco aveva ordinato a Carmine di uccidere anche Denise. «Ma lui si è rifiutato e per questo la ‘ndrangheta lo ha condannato a morte -ha raccontato don Luigi Ciotti-. L’ho incontrato in carcere e sta facendo un percorso interiore profondo. Anche lui, un ragazzo, ha scelto ad un certo punto di dire di no».
NIENTE PULLMAN – Resterà a Petilia Policastro il pullman che avrebbe dovuto portare un gruppo di cittadini a Milano in occasione dei funerali di Lea Garofalo: le due associazioni che avevano promosso l’iniziativa, con l’aiuto del Comune , hanno dovuto rinunciare per mancanza di adesioni. La circostanza, di cui parla il «Quotidiano della Calabria», «non è dovuta a mancanza di sensibilità», come ha tenuto a precisare il sindaco Amedeo Nicolazzi. «Il fatto è che l’iniziativa è stata promossa in ritardo e quindi non è stato possibile per i cittadini aderirvi. Inoltre ci sono i problemi che hanno tutti in Italia. L’amministrazione aveva dato un contributo ma non poteva organizzarlo». Nicolazzi rappresenterà il Comune di Petilia Policastro con il gonfalone, ed è prevista la presenza di numerosi petilini che risiedono in Lombardia. « Chiederò aiuto a don Ciotti che opera bene a isola Capo Rizzuto, un Comune vicino al nostro – ha detto Nicolazzi -. A lui chiederò di partecipare alla Giornata del coraggio, un’iniziativa che ho intenzione di avviare e di istituzionalizzare, proprio in ricordo di Lea e del suo coraggio».
19 ottobre 2013