“Lampedusa terra di mezzo, Espropriamola ai Lampesusani” non è stato ancora rimosso. Il sito apertamente xenofobo e inneggiante alla morte degli immigrati, con frasi oscene quanto stomachevoli, è diventato ora un “gruppo chiuso”. Continua così a presentarsi con una testata ignobile (sotto) che mostra una serie di salme allineate sulla banchina del porto dell’isola, ma non si apre per i suoi miserabili post.
Gruppo chiuso, nel gergo di Facebook, significa che “tutti possono vedere il gruppo e le persone che ne fanno parte. Solo i membri possono vedere i post”.
Situazione poco accettabile, dunque, lo ripetiamo, a partire da quell’oscena immagine con cui si vede ancora.
Ignoriamo se vi sia stato qualche intervento della Polizia Postale. Nel caso in cui l’intervento abbia prodotto soltanto la trasformazione in gruppo chiuso, lasciando però inalterata la sua provocatoria testata, diciamo che non va assolutamente bene.
La polizia postale dovrebbe poi apprendere come si è arrivati alla segnalazione di questa mostruosità. A scoprire in tutta la sua ingenuità la pagina e a scriverci su un post è stata un’adolescente di Lampedusa che inizialmente non si era accorto della trappola in cui era finita. E’ stata poi un’altra ragazza di Lampedusa, un po’ più grande, a fare la scoperta del carattere reale del sito in cui era finita la sua conoscente e a far scattare l’allarme che questo blog ha poi raccolto.