Lampedusa, la sindaca contro il governo: «Evidentemente sono un po’ confusi»
«Funerali di Stato? Non ci sono stati neanche di paese»
l’Unità, 16-10-2013
Franca Stella
ROMA «Ho casualmente appreso che si sta procedendo alla sepoltura delle salme partite da Lampedusa. Senza funerali, né di Stato né di paese». È duro la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, in riferimento all’impegno del premier Enrico Letta, pronunciato durante la sua visita nell’isola, sui funerali di Stato. «Oggi a esempio aggiunge sono state mandate otto salme a Caltanissetta e 25 a Mazzarino. Ieri Kyenge i funerali li aveva confermati. Ma le salme sono di competenza del ministero dell’Interno. Forse un po’ di confusione…».
E in effetti di funerali di Stato non ne sono visti. Ieri ad esempio 13 migranti morti nello sbarco di Sampieri del 30 settembre hanno ricevuto le esequie a Scicli. Tredici bare ricoperte di un drappo rosso deposte ai piedi dell’altare improvvisato all’interno dello spiazzo grande del cimitero di Scicli per un momento di dolore «rotto» solo dalle lacrime dei familiari delle vittime arrivati da ogni parte d’Europa per rendere omaggio per l’ultima volta ai parenti morti nella tragica traversata del Mediterraneo, ma anche per chiedere alle autorità italiane di tumulare ad Asmara le salme perché i genitori sono da giorni in patria in attesa delle bare. I funerali, alla presenza del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, in un’atmosfera surreale sono stati officiati dal vicario foraneo di Scicli, don Ignazio La China, e dal prete cattolico eritreo, Keflemariam Asghedem, che durante l’orazione funebre ha implorato le autorità italiane ad intervenire nei campi libici dove migliaia e migliaia di cittadini africani aspettano di mettersi in mare alla ricerca di un Eden che non c’è.
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