ANALFABETISMO: PARALISI E CURA PER LâITALIA
Appello rivolto:
– al Ministro dellâ Istruzione, dellâUniversità e della Ricerca Maria Chiara Carrozza
– al Ministro dellâIntegrazione Cècile Kyenge
e per conoscenza:
– alle autorità italiane ed europee che hanno responsabilità nellâambito dellâalfabetizzazione degli adulti
– alle persone, comunità e organizzazioni interessate alla tutela dei diritti umani
Premessa
Esiste in Italia un problema quasi sempre ignorato, che costituisce una reale paralisi per la vita del paese. Lâintento di questo appello è quello di far emergere questo problema, indicare alcune delle sofferenze e delle disfunzioni che può comportare sia per i singoli individui che per lâintera collettività e indicare alcune proposte urgenti di intervento.
Far emergere il problema
Secondo lâindagine ALL (Adult Literacy and life skills 2001-2006) realizzata dallâOCSE oltre il 45% della popolazione italiana è funzionalmente analfabeta1, cioè non è in grado di leggere un semplice volantino illustrato e non è in grado di compilare un modulo, operazioni necessarie e molto frequenti nella vita quotidiana. Si attendono per ottobre 2013 i dati completi dellâindagine PIAAC â OCSE (2010-2013); per ora lâindagine pilota colloca lâ Italia agli ultimi posti con un 5% della popolazione tra i 16 e i 65 anni che non è in grado di leggere una semplice parola, cioè è analfabeta totale e un 33% che non è in grado di leggere o scrivere una semplice frase. Per un paese come lâItalia, per la sua vita educativa, sociale, economica, politica e culturale, poter contare su una popolazione che sia in grado di comprendere ed esprimere messaggi scritti dovrebbe essere essenziale. I dati della ricerca ALL ci dicono invece che per oltre il 45% degli italiani è un problema scrivere un biglietto di due righe, ci dicono che un segnale di pericolo con un avvertimento scritto, per esempio: âAltamente nocivo â non utilizzare per il lavaggio stoviglieâ può mettere a rischio la salute di molti cittadini se gli addetti alle pulizie in un ospedale fanno parte di quel 45% che questâindagine segnala come nervo scoperto del paese. La ricerca riguarda lâintera popolazione; gli immigrati che rientravano nel campione corrispondevano alla percentuale degli immigrati presenti sul territorio nazionale.
Una parte consistente di adulti che in Italia non sanno leggere e scrivere ha attraversato la scuola dellâobbligo senza imparare (e questo dovrà essere oggetto di una seria revisione per individuare ciò che non funziona); poco meno della metà di questi adulti è invece costituita da persone che non hanno mai avuto lâopportunità di frequentare la scuola (o lâhanno frequentata solo per un breve periodo), non tanto qui in Italia ma soprattutto nel proprio paese dâorigine. Ci sono adolescenti che provengono da altri paesi e che accedono alla scuola secondaria con un percorso scolastico nel paese dâorigine che non ha permesso loro di acquisire le competenze necessarie per unâalfabetizzazione di base in lingua madre2.
Sono inoltre molti gli adulti, che solo in piccola parte accedono alla formazione (nei CTP o nel terzo settore)3, che provengono da paesi nei quali il tasso di alfabetizzazione è inferiore al 20%, così come era la situazione italiana dopo lâunificazione del 1861. La situazione è variegata: alcuni non sono in grado di leggere e scrivere né la propria lingua madre né la lingua del paese nel quale sono emigrati, altri sono debolmente alfabetizzati in una lingua con un alfabeto che spesso ha caratteri diversi da quelli latini, altri sono in grado di riconoscere lettere, parole e più raramente semplicissime frasi in italiano (si trovano cioè a stadi diversi di semi analfabetismo) ma queste competenze non sono sufficienti per affrontare i compiti di lettura e scrittura che la vita quotidiana richiede. Lâapprendimento dellâitaliano come seconda lingua (L2) deve tenere conto di situazioni di analfabetismo e semi analfabetismo che vanno colmate e che spesso trovano impreparati docenti, dirigenti e formatori.
Tra i paesi che hanno deciso negli ultimi anni di individuare e misurare la realtà dellâanalfabetismo, alcuni hanno scoperto che le dimensioni del fenomeno sono sconcertanti: in Germania gli analfabeti sono 7 milioni e mezzo (di cui solo 3 non hanno il tedesco come lingua madre)4; più di 5 milioni di analfabeti si collocano tra il livello Alpha 3 e il livello Alpha 25; questo significa che le loro competenze vanno dalla capacità di scrivere una breve lista della spesa ad un massimo di 2 semplici frasi, ma non sono in grado di leggere e comprendere un brevissimo testo con istruzioni scritte relative ad una semplice professione. In Germania i livelli âAlphaâ predispongono un percorso graduato, con indicatori di abilità che si collocano al di sotto delle competenze previste dai livelli individuati dal Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (Consiglio dâEuropa, 2001), Quadro che considera lâacquisizione delle competenze alfabetiche come prerequisito già posseduto, e che dunque necessita di una consistente integrazione là dove si voglia intervenire, con serie politiche migratorie, a normare tempi e percorsi di apprendimento che tengano conto di coloro che non hanno mai avuto lâopportunità di imparare a leggere e a scrivere nemmeno la propria lingua madre.6
A livello istituzionale la voce âadulti analfabetiâ quali risorse riceve in Italia? Quanti insegnanti, quali e quanti percorsi, quante ore, quante classi, quale ricerca, quale formazione, quali materiali didattici? Manca una letteratura sui livelli, sui tempi e sulle problematiche di chi si trova a dover imparare lâitaliano come L2 a partire da una situazione di analfabetismo.7
Fino ad oggi in Italia è mancata la consapevolezza politica del problema e si è giunti talvolta a situazioni di vera e propria esclusione istituzionale, dove è stato impedito agli analfabeti lâaccesso ad un percorso formativo. Anche là dove non si verifica unâostilità esplicita, a volte si registrano situazioni di âparcheggioâ che, non fornendo strumenti adeguati, conducono le persone allâabbandono dei corsi. Eâ inoltre preoccupante che nella definizione di responsabilità e competenze, in diverse realtà si tenda ad indirizzare coloro che più avrebbero bisogno di percorsi strutturati e continuativi allâestemporaneità del volontariato, non in supporto allâofferta della scuola pubblica ma in alternativa ad essa. Coloro che hanno ricevuto pochissime o nessuna opportunità di istruzione dovrebbero ricevere, secondo lâarticolo 3 della Costituzione, maggiori opportunità e risorse al fine di ârimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paeseâ.
Quali sofferenze e quali disfunzioni può comportare lâanalfabetismo?
Vi sono realtà , in zone geografiche molto distanti dalla nostra, nelle quali si può vivere la propria vita familiare, lavorativa, sociale e culturale anche senza saper leggere e scrivere; realtà caratterizzate da una cultura orale. Non è così per la maggior parte dei paesi nel mondo, non è così per il contesto europeo ed italiano fortemente connotati dalla mediazione della lettura e della scrittura per la maggior parte delle operazioni quotidiane. Maria Montessori afferma che la potenza dellâalfabeto, la conquista più importante per tutta lâumanità , non è semplicemente quella di far capire le parole scritte nel loro senso, ma è quella di dare nuovi caratteri al linguaggio raddoppiandolo. La padronanza dellâalfabeto arricchisce lâuomo, estende i suoi poteri naturali di esprimersi, li rende permanenti, li trasmette nel tempo e nello spazio, gli permette di rivolgersi allâumanità e alle nuove generazioni. Aggiungiamo che nel contesto attuale, per ottenere beni e servizi è aumentato il peso del codice scritto: agli sportelli nei quali ci si recava per unâiscrizione potendo interagire oralmente con un operatore, agli uffici che fornivano documenti e riscuotevano pagamenti si sono sostituiti siti e macchine computerizzate con le quali si può interagire solo attraverso la comprensione di un testo che deve essere letto. Non essere in grado di leggere e scrivere significa dover dipendere da altri per molte operazioni quotidiane, e quindi perdere la propria autonomia di adulti per il soddisfacimento dei bisogni elementari: iscrivere un figlio a scuola e seguirne il percorso, pagare il ticket di una visita medica e comprendere le istruzioni relative ai farmaci, acquistare un biglietto per il trasporto pubblico da una macchinetta, leggere le insegne dei negozi, il tabellone delle partenze o degli arrivi dei treni per individuare orari e binari. Vivere in una comunità , valutarne le scelte, eleggere coloro che la governeranno, poter utilizzare la lettura e la scrittura per la crescita ed il benessere proprio e altrui sono azioni altrettanto essenziali alla vita di un adulto. Spesso gli adulti che imparano a leggere e scrivere dopo molti anni nei quali erano stati analfabeti dicono di sé che prima erano ciechi e grazie alla lettura e alla scrittura sentono di vederci; come persone uscite da un tunnel, che acquistano dignità , possibilità di interagire alla pari, uscire dallâemarginazione e dallâumiliazione. Le persone che perdono autonomia motoria o quelle virility pills vp rx non vedenti hanno giustamente diritto ad assegni di accompagnamento e a cure riabilitative. Coloro che non hanno autonomia nella lettura e nella scrittura, non per un handicap invalidante ed irreversibile, ma per una condizione che attraverso percorsi di alfabetizzazione potrebbe essere risolta, nel nostro paese si trovano quasi completamente sprovvisti di unâofferta formativa rivolta specificamente a loro. Lâassurdo è che nel non occuparci tempestivamente di questa emergenza, mettiamo in pericolo lâintero paese, costretto a muoversi con una disabilità che impedisce il 45% delle scelte e dei movimenti del corpo e della mente. Paesi come lâ Australia e gli Stati Uniti hanno calcolato che mantenere nellâanalfabetismo fasce consistenti della popolazione adulta, oltre ad incidere in modo profondamente negativo sul benessere della vita sociale, ha un costo elevatissimo soprattutto nel settore sanitario e in quello occupazionale. Questi dati sono confermati anche dalle indagini OCSE.8
8 Nota 1
Una sofferenza alla quale molte persone sono sottoposte ingiustamente è determinata dagli obblighi previsti allâinterno del âpacchetto sicurezzaâ: oltre allâingiustizia subita per non aver avuto accesso alla formazione nellâinfanzia, oltre ad emigrazioni spesso forzate da situazioni invivibili per la mancanza di condizioni minime di sostentamento e per la presenza di guerre, la legislazione attuale impone ai migranti il superamento di un test di conoscenza dellâitaliano che non tiene minimamente conto dei livelli di competenza alfabetica in ingresso. La legge non prevede in alcun modo oneri da parte dello Stato nella direzione della diffusione capillare di unâofferta formativa funzionale alle diverse esigenze. Una politica che spesso si è macchiata di scelte contrarie agli impegni sottoscritti a livello internazionale in materia di diritti umani e di diritti dâasilo, ha negli ultimi anni condizionato gravemente la finalità istituzionale dei Centri per lâistruzione degli adulti. Con lâentrata in vigore del decreto interministeriale 04.06.2010 e delle successive norme dellâaccordo di integrazione (DPR 179 del 14.09.2011) i CTP (CPIA) sono stati travolti da unâattività frenetica di preparazione e somministrazione di test funzionali allâottenimento dei documenti di soggiorno. Su questi test hanno espresso pareri contrari e per molti motivi differenti persone autorevoli9, poiché è un test che anziché stimolare un processo di acquisizione della lingua funzionale ad unâinterazione che innalzi il livello degli scambi culturali e della coesione sociale, di fatto discrimina, penalizza e crea barriere insormontabili per appartenere ad un paese che nella carta fondamentale si è dato appunto lâimpegno a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno inserimento sociale dei cittadini-lavoratori10. Ci sono paesi nei quali lâimpegno costituzionale a tutela dei diritti dellâuomo vincola la legislazione al punto di definire con estrema precisione quali e quanti strumenti lo Stato mette a disposizione affinché questi diritti siano riconosciuti in modo concreto ed effettivo e non siano semplicemente scritti su un pezzo di carta, senza alcuna corrispondenza con la realtà . I paesi che hanno già rilevato e studiato il problema dellâanalfabetismo, segnalano che le persone che imparano per la prima volta a leggere e a scrivere in età adulta necessitano di percorsi di studio di circa 800 ore, estendibili fino a 1200, per passare dallâanalfabetismo allâacquisizione delle abilità di base di lettura e scrittura11. In Germania lâofferta formativa dei corsi pubblici gratuiti garantisce agli analfabeti (sia tedeschi che immigrati) 10 moduli orari da 45 minuti a settimana in classi di massimo 10 studenti12. Lo Stato tedesco, mentre da un lato si impegna in unâofferta così ricca, stabilisce anche che lo straniero possa fare ricorso nel caso in cui il Ministero non eroghi le ore previste. Lo Stato italiano, invece, è assolutamente carente nellâofferta formativa, perché i Centri per lâistruzione degli adulti non sono distribuiti in modo capillare sul territorio e spesso hanno liste dâattesa interminabili. Sono due le situazioni dellâistruzione degli adulti che sono in conflitto con lâarticolo 26 della dichiarazione dei diritti dellâuomo13. La prima riguarda lâacquisizione del titolo di studio minimo. Il DPR 4.10.201214 considera come primo gradino dellâistruzione degli adulti lâottenimento della licenza media, ignorando quasi completamente il percorso di alfabetizzazione che la deve precedere. Tutti saremmo scandalizzati se per i nostri figli improvvisamente lo Stato decidesse di non offrire più nulla tra i 6 e i 14 anni se non un corso di un unico anno funzionale allâottenimento della licenza media. Eppure per gli adulti è così: per chi non ha le competenze alfabetiche e numeriche di base è previsto un percorso formativo del tutto insufficiente15. La seconda situazione riguarda lâottenimento del livello A2 di conoscenza della lingua italiana, che costituisce la soglia obbligatoria per il soggiorno di un migrante. Nelle nuove linee guida per i
CPIA non vi è alcun riferimento alla situazione di partenza degli studenti: sono indicate 200 ore sia per il plurilaureato che per lâanalfabeta, e sappiamo bene che ânon câè nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disegualiâ16.
Proposte di intervento urgenti
Come ha sempre sostenuto Paulo Freire, il tema dellâ alfabetizzazione non è neutro e chiede unâopzione politica molto chiara, poiché âdare la parola a chi non ne ha il dominioâ significa fare una scelta che realizza il diritto di tutti ad una vita dignitosa. La paralisi di una parte del corpo sociale è paralisi di tutto il corpo, decidere di dare priorità alla cura è scegliere la cosa migliore per tutti e per ciascuno.
Solamente pochi anni fa i disturbi specifici di apprendimento (DSA) non erano riconosciuti; le persone con questi disturbi non erano tutelate e non avevano diritto a strumenti compensativi. Dopo un percorso faticoso siamo giunti ad una situazione nella quale la legge interviene stabilendo chi certifica e a quali strumenti, supporti, semplificazioni, tempi gli studenti hanno diritto. Crediamo che sia necessario avviare un processo simile nei confronti delle problematiche connesse allâanalfabetismo. La civiltà di un paese si misura dal modo in cui tratta i soggetti più deboli: un modo non occasionale, ma scelto consapevolmente come legge che tutela la debolezza e come comportamento spontaneo diffuso, frutto di unâeducazione e di una cultura solidali.
Chiediamo quindi al Governo italiano, e in particolare:
al Ministro dellâIstruzione, dellâUniversità e della Ricerca Maria Chiara Carrozza
al Ministro dellâIntegrazione Cècile Kyenge
i seguenti impegni nellâambito dellâistruzione degli adulti :
1. Diffondere a livello capillare su tutto il territorio nazionale le opportunità formative per gli adulti, in particolare i corsi di alfabetizzazione e di italiano L2 allâinterno di un sistema di apprendimento permanente che realizzi le raccomandazioni europee relative al lifelong learning
2. Aumentare il numero dei docenti alfabetizzatori e insegnanti di italiano L2 (potenziandone la formazione) affinché possano rispondere alle esigenze di alfabetizzazione che attualmente non trovano risposte istituzionali, e affinché possano occuparsi stabilmente delle esigenze formative delle quali si sta occupando in modo estemporaneo il volontariato, da coinvolgere positivamente in supporto allâofferta pubblica e non in alternativa ad essa
3. Definire in modo condiviso a livello nazionale livelli di alfabetizzazione al di sotto del livello A1 del Quadro Comune Europeo con descrittori che permettano:
– lâindividuazione di tutto il percorso graduale delle abilità e delle competenze necessarie per
passare dalla situazione di analfabetismo totale ad una competenza alfabetica strumentale
prima e funzionale poi
– la creazione di percorsi istituzionali relativi alle competenze alfanumeriche inferiori alla
licenza media
– la predisposizione di risorse, pacchetti orari e formazione docenti adeguati
– la certificazione dei livelli di alfabetizzazione raggiunti
– la trasparenza e lâefficacia dellâente formatore
4. Rivedere lâattuale legislazione interministeriale sullâintegrazione (DECRETO 04.06.2010; DPR 179 14.09.2011) attualmente in vigore che è in conflitto con i principi della dichiarazione dei diritti dellâuomo e della Costituzione italiana, elaborando proposte normative che mirino ad un incremento della competenza comunicativa dei migranti in lingua italiana e che favoriscano unâinterazione interculturale che arricchisca il benessere della vita e delle relazioni per lâintera comunità nazionale, nellâottica di un percorso finalizzato alla piena cittadinanza
5. Potenziare il raccordo tra le Università e i Centri per lâistruzione degli adulti, favorendo la ricerca sul tema e la condivisione delle buone prassi, anche con appuntamenti costanti per lâapprofondimento e lo scambio attraverso seminari nazionali e regionali in rete
6. Creare opportunità complementari al sistema scolastico che aiutino la popolazione non alfabetizzata (sia migrante che autoctona) ad uscire dalla condizione invalidante dellâanalfabetismo: biblioteche con supporti specifici per la lettura di coloro che sono debolmente alfabetizzati, programmi televisivi dedicati, siti e app creati specificamente per lâalfabetizzazione degli adulti
Reggio Emilia, 05.09.2013
Eâ possibile firmare lâappello sul sito www.change.org allâ indirizzo: http://chn.ge/19LWMnl
Per contatti e/o informazioni: paola.casi@italianoperme.it ; reggioliteracy@gmail.com
Tra i primi firmatari, Tullio de Mauro (Univ Roma3) Monica Barni e Carla Bagna (Univ per stranieri di Siena) Graziella Favaro (Centro Come Milano) Duccio Demetrio (Univ Bicocca Milano) Gabriele Pallotti (Univ Modena e Reggio Emilia) Vanna Iori ( Univ cattolica) e Flavia Prodi
Si firma anche all’indirizzo :