Informazioni che faticano a trovare spazio

L’Inps che revoca la pensione di invalidità a Soriano Ceccanti, rimasto paralizzato per un colpo di pistola sparato dalle forze dell’ordine alla Bussola il 31 dicembre 1968

Soriano Ceccanti colpito da una pallottola sparata dalle forze dell’ordine a una vertebra, rimasto paralizzato da quel 31 dicembre del 1968 sul lungomare davanti alla Bussola di Focette, l’Inps gli ha appena revocato la pensione d’invalidità. L’ho appreso da questo riassunto che Adriano Sofri ha pubblicato anche su Facebook. Che dire? Ero lì quella sera dell’ultimo dell’anno, molto vicino a Soriano allora sedicenne, su quel lungomare. Quella sera la vita di Soriano così giovane ricevette un insulto brutale, Soriano però è riuscito nonostante quel colpo di pistola che gli ha cambiato la vita ad andare avanti e con che spirito. Ora però una burocrazia stolta quanto scorretta, con un gusto quasi vendicativo (non si sa bene di cosa), lo investe con una decisione incredibile. Anch’io dico come scrive qui di seguito Adriano che scriverò sui muri questa storia. Ecco cosa ha scritto Adriano Sofri (con l’occasione saluto Soriano Ceccanti):

Ai responsabili dell’Inps di Pisa (e nazionali), per conoscenza al Prefetto e al Sindaco di Pisa, e ai lettori di passaggio. Espongo per sommi capi una vicenda che mi sembra per lo meno grottesca. Riguarda il mio carissimo amico Soriano Ceccanti, il quale vive ammirevolmente su una carrozzella dal Capodanno del 1969, quando, sedicenne, fu colpito da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine durante una manifestazione. Disabile al 100 per cento, Soriano è titolare di una pensione di invalidità. Una decina di giorni fa gli viene comunicato dall’Inps, a firma rag.Giacomo Tognini, che la pensione gli è stata sospesa, perché “da accertamenti risulta che la persona abita in Marocco”. Soriano abita a Pisa, come tutti sanno, e in Marocco ha trascorso lunghi periodi di recente per le migliori ragioni personali. Sbalordito, si sente dire da una funzionaria dell’Inps pisano che “la pensione viene sospesa se il beneficiario soggiorna all’estero per più di un mese”. E che l’Inps, se sospetta che questo avvenga, può richiedere il passaporto dell’interessato. Ulteriormente sbalordito, e poiché non gli viene indicata, né la trova per suo conto, una simile norma, Soriano chiede a una esperta legislativa sulle invalidità (sito Handylex) che spiega: “Se lei mantiene la residenza in Italia non perde la provvidenza econom ica. Se trasferisce la residenza all’estero, perde il diritto”. Soriano ha la residenza in Italia. Ricostruisce che l’Inps l’ha chiamato l’anno scorso a una visita di controllo (e aggiunge spiritosamente, perché è spiritoso: “Un miracolo può sempre capitare”) ma è appunto in Marocco, e manda un fax chiedendo di essere preavvisato con un certo anticipo. La cosa si ripete per una visita fissata allo scorso 15 gennaio, lui è via e al ritorno, a fine gennaio, fa domanda per la visita medico legale. Intnto però la pensione è stata “eliminata in via cautelativa”. A fine marzo viene visitato da una dottoressa coetanea che “si ricorda il fatto”, e gli chiede se abbia avuto un indennizzo… Passa un altro mese e l’Inps per raccomandata conferma che è disabile e ha diritto alla pensione. Va a ripresentare la domanda all’Inps e si infila in un battibecco con le impiegate cui spiega quanto gli costi tutta quella burocrazia: gli rispondono che se va tanto in giro tanto male non sta. (Soriano, male come sta, è salito per quattro volte sul podio delle paralimpiadi per la scherma italiana, in posti distanti come Tokyo o Sidney). E ammoniscono di togliergli di nuovo la pensione perché sta troppo tempo all’estero, e gli chiederanno il passaporto. Lui “non crede alle sue orecchie”: “Ma se invece che in Marocco andavo in Danimarca che se ne facevano del passaporto?” Alla sua protesta cercano invano la norma pertinente, dicono che gliela manderanno per mail, e non succde, perhé la norma non esiste. In cambio gli arriva la lettera sugli “accertamenti”. La ua pensione è sospesa da febbraio. Ha messo le cose in mano a un’avvocata, passaporto compreso. Per sbloccare l’ “annullamento temporaneo della pensione”, e per tutte le eventuali ulteriori azioni legali. Ci vorrà del tempo, avrà ragione, nel frattempo però mangia e accende la luce, lui e chi dipende da lui. In passato, pagava con la pensione.
P.S. Non sopravvaluto la Piccola posta, non so se la leggerà l’Inps, il Prefetto di Pisa, il mio amico sindaco (Soriano fu consigliere comunale), e altre autorità. Però troverò il modo di riscrivere la storia su tutti i muri. E aggiungo di essere molto stupito del comportamento delle signore dell’Inps pisano, di cui avevo, e conto di avere ancora, tutt’altra opinione. Per non dovermi convincere che un disabile al 100 per cento che insista ad avere la sua vita non sia visto di buon occhio.

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