Non è la primavera araba. Infatti è turca. Non è piazza Tahrir. Infatti è piazza Taksim.
Con un linguaggio tra il leguleio e la burocrazia dell’orrore il ministro degli esteri Emma Bonino, la radicale Emma Bonino, ha cercato di affossare qualsiasi intervento italiano contro la Turchia del dispotico Erdogan.
Vergogna per Emma Bonino.
Semmai è come OccupyWallStreet, ha sentenziato Emma Bonino in questa dotta analisi del reale, distinguendo chissà cosa da chissà cosa.
Da 13 giorni la Turchia protesta contro una deriva islamica e vanagloriosa del piccolo dittatore Erdogan.
Perché è un dittatore? Perché – la Bonino sarà probabilmente favorevole a questa analisi – in piazza secondo Erdogan non ci sono centinaia di migliaia di oppositori, ma solo quattro delinquenti.
Erdogan attacca i social network, tratta Twitter come una gramigna da estirpare, arresta gli avvocati, preme come non mai sui miserrrimi giornali turchi, multa le tv che pubblicano immagini, arresta perfino giornalisti (oggi uno della Cbs), scatena la violentissima polizia turca. E il governo italiano dice che non sta succedendo gran cosa, salvo chiedere meno repressione.
Vergogna per Emma bonino. Alla prima prova di esteri mostra un volto miserando. Si schiera di fatto col dispotismo turco, contro i giovani turchi che continuano a promuovere una protesta più che ammirevole.
La posizione della Bonino aiuta la repressione di Erdogan.
Vergogna per Emma Bonino e per tutti i radicali che non la sconfessano.