Informazioni che faticano a trovare spazio

Anna Maria Levi

Si è spenta a Roma la sorella di Primo Levi, Anna Maria (sopra a sinistra con Primo e Luisa Morpurgo, nel 1947). A darne l’annuncio la redazione del portale dell’ebraismo italiano (http://moked.it/blog/2013/06/26/anna-maria-levi-1921-2013/)

In una celebre pagina, in cui nel corso di un sogno angoscioso sembra tragicamente presagire e denunciare i tempi della manipolazione e della cancellazione della Memoria, Prmo Levi descrive l’allontanamento figurato degli amici dalla sua testimonianza lasciando proprio alla sorella il compito di abbandonarlo da ultima in una insanabile solitudine.

Le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata.
La redazione si inchina di fronte alla sua figura ed è vicina al dolore dei familiari. Che il suo ricordo sia di benedizione.

Anna Maria Levi (1921-2013)

Si è spenta a Roma, all’età di 92 anni, Anna Maria Levi, la sorella minore dell’autore di Se questo è un uomo. Lo scrittore fu a lei legato da sentimenti profondi che lo accompagnarono per tutta la sua esistenza. In una celebre pagina, in cui nel corso di un sogno angoscioso sembra tragicamente presagire e denunciare i tempi della manipolazione e della cancellazione della Memoria, Primo Levi descrive l’allontanamento figurato degli amici dalla sua testimonianza, lasciando proprio alla sorella il compito di lasciarlo da ultima in una insanabile solitudine. Con queste parole descrive in realtà la ferita della deportazione e della separazione dai familiari, dalla sorella e dagli amici.

“… c’è mia sorella – scrive Levi – e qualche mio amico non precisato, e molta altra gente. Tutti mi stanno ascoltando, e io sto raccontando proprio questo: il fischio su tre note, il letto duro, il mio vicino che io vorrei spostare, ma ho paura di svegliarlo perché è più forte di me. Racconto anche diffusamente della nostra fame, e del controllo dei pidocchi, e del Kapo che mi ha percosso sul naso e poi mi ha mandato a lavarmi perché sanguinavo. E’ un godimento immenso, fisico,inesprimibile, essere nella mia casa, fra persone amiche, e avere tante cose da raccontare: ma non posso non accorgermi che i miei ascoltatori non mi seguono. Anzi, essi sono del tutto indifferenti: parlano confusamente d’altro fra di loro, come se io non ci fossi. Mia sorella mi guarda, si alza e se ne va senza far parola.Allora nasce in me una pena desolata, come certi dolori appena ricordati della prima infanzia: è un dolore allo stato puro, non temperato dal senso della realtà e dalla intrusione di circostanze estranee, simile a quelli per cui i bambini piangono; ed è meglio per me risalire ancora una volta in superficie, ma questa volta apro deliberatamente gli occhi, per avere di fronte a me stesso una garanzia di essere effettivamente sveglio.Il sogno mi sta davanti, ancora caldo, e io, benché sveglio, sono tuttora pieno della sua angoscia: e allora mi ricordo che questo non è un sogno qualunque, ma che da quando sono qui l’ho già sognato, non una ma molte volte, con poche variazioni di ambiente e di particolari. Ora sono in piena lucidità, e mi rammento anche d’averlo raccontato ad Alberto, e che lui mi ha confidato, con mia meraviglia, che questo è anche il suo sogno, e il sogno di molti altri, forse di tutti. Perché questo avviene? Perché il dolore di tutti i giorni si traduce nei nostri sogni così costantemente, nella scena sempre ripetuta della narrazione fatta e non ascoltata?”

Anna Maria viveva a Roma ormai da lungo tempo assieme a Julian Zimet, un ebreo americano attivo nel mondo del cinema. La donna, che partecipò alla Resistenza assieme a tanti altri giovani ebrei piemontesi perseguitati, condusse un’esistenza molto discreta e al riparo dalla straordinaria notorietà internazionale conquistata dal fratello e fu apprezzata fra l’altro per il suo contributo nell’edizione italiana di numerosi libri di grande valore, fra cui gli studi di Leon Poliakov sull’antisemitismo.

Le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata.
La redazione si inchina di fronte alla sua figura ed è vicina al dolore dei familiari. Che il suo ricordo sia di benedizione.

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