Minacce sul web? La via maestra per reprimere i reati è segnata dal recente processo con relativa condanna a quattro rappresentanti del sito fascista Stormfront. La sentenza segna una novità rispetto al web e all’Italia. Dice che è possibile identificare (tramite l’Internet Protocol) chi compie reati, in quel caso di minacce, istigazione all’odio e alla xenofobia (legge mancino) ecc.
Non c’è bisogno d’altro, dunque. Laura Boldrini viene minacciata di morte? Laura Boldrini deve segnalare il reato alla Polizia Postale.
Laura Boldrini è oggetto di una volgare manipolazione fotografica? Lo dica alla Polizia Postale.
E qui si apre un altro problema: quanto è organizzata la Polizia Postale in Italia? Quanti reati è in grado di perseguire?
Ecco, forse il problema è di far funzionare la struttura pubblica, non quello di andare in cerca di nuove leggi e di restrizioni alla rete.
Laura Boldrini dice che è un problema molto delicato ma che va affrontato.
Tempo fa con la legge bavaglio il centro destra al governo ci ha provato, alcuni articoli riguardavano i blog e il web. Lo spirito era liberticida, dichiaratamente. Trattavano i blog come giornali, ipotizzavano che se qualcuno si ritiene diffamato può ottenere la chiusura di un sito ecc.
Ma scherziamo? La via maestra resta la denuncia penale, sarà la magistratura ad accertare se il reatro c’è ed è perseguibile.
Dunque, è vero che il tasto è delicato nel senso che non va favorita alcuna mordacchia.
Ripeto: i reati possono essere perseguiti con gli strumenti attuali, se la Polizia Postale non è adeguata alla bisogna allora che sia resa adeguata.
Tutto qua.
Nessuna restrizione alla rete, ha ragione Beppe Grillo: su questa china si finisce in Cina.