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Incendiata a Isola Capo Rizzuto la casa di Carolina Girasole, che è stata una delle coraggiose donne sindaco della Calabria

Incendiata la casa di Carolina Girasole a Isola Capo Rizzuto (Cosenza). Carolina è stata una delle sindache del coraggio in Calabria, l’attacco criminale colpisce una donna in prima linea contro la criminalità organizzata. L’incendio nella notte di martedì ha colpito la casa del suocero di Carolina Girasole, sottostante la sua. L’attentato subito dopo lo spoglio elettorale che ha visto battuta Carolina Girasole candidata sindaco e vincere una lista del centro destra. Il messaggio è chiaro: “Devi stare a casa”. La Calabria è ancora “terra di nessuno”.

”Desidero far giungere la mia solidarieta’ a Carolina Girasole ed ai suoi congiunti per il grave episodio di cui sono stati vittime”. Lo afferma il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, facendo riferimento all’incendio che ha colpito alcuni immobili di proprieta’ della famiglia dell’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto (Crotone). ”Confidando nell’azione di forze dell’ordine e magistratura, affinche’ facciano luce in tempi brevi sull’accaduto – aggiunge Scopelliti – rinnovo la mia piu’ ferma condanna al perpetuarsi di atti intimidatori nei confronti di amministratori pubblici e non solo. Invito, altresi’, Carolina Girasole a proseguire, con la determinazione che l’ha sempre contraddistinta, nel suo impegno politico e civile in favore dell’affermazione della legalita”’.

Questa era invece la lettera aperta rivolta a suo tempo da don Tonio Dall’Olio di Libera a Carolina Girasole, all’inizio del precedente mandato.

LETTERA APERTA A CAROLINA GIRASOLE SINDACO DI ISOLA CAPO

RIZZUTO

L’indignazione e la rabbia che ci spingono ad essere con te oggi, carissima Carolina, in questa giornata di libertà e legalità, è tutt’altro che la vuota ritualità di una mobilitazione di piazza. È la caparbia volontà di riscatto, l’alba di una liberazione. È la semina di vita nuova nel solco scavato in ogni terra d’Italia dall’aratro della Carta Costituzionale. Succeduta a una giunta sciolta per infiltrazioni mafiose e a ben due gestioni commissariali, hai trovato il coraggio di metterti in gioco senza alcuna tessera di partito in tasca. Hai mostrato di avere molto più coraggio dei vili che nel giro di quattro notti hanno dato alle fiamme la tua auto e quelle di altri due tuoi collaboratori. Proprio questo ci spinge a considerare che la strada che abbiamo imboccato insieme di sottrarre terreno alla malavita vale di più della sola coltivazione di orzo e ortaggi sulle terre che furono del clan Arena e che domani saranno coltivate da una cooperativa di giovani calabresi. È la vertigine della liberazione autentica dallo strapotere del crimine organizzato, ha il sapore di una speranza nuova offerta a tutti i tuoi concittadini, è un laboratorio per l’intero Paese. Per queste ragioni di chiediamo di resistere insieme. Di “restare per cambiare e di cambiare per restare” come ci insegnano i giovani di Libera Terra. Nell’Italia dei furbi e dei potenti, dei concussi e dei corrotti, questa umile e nuova resistenza ci dice che si può cominciare da qui. Stando accanto alla gente, facendo assaporare il gusto dei frutti maturi di un ritorno alla legalità compiuta, provocando alternative credibili al sapore marcio della rassegnazione. Sì, Isola di Capo Rizzuto, che offrì le scene a Pasolini per girare Il Vangelo secondo Matteo, può oggi scrivere le pagine di un vangelo nuovo della vita che semina speranza per raccogliere giustizia. Come hai scritto caparbiamente sui tuoi manifesti, anche noi – da ogni parte d’Italia -vogliamo gridare conte:

Sì è qui che vogliamo vivere.

Tonio Dell’Olio – ufficio di presidenza di Libera

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