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Il ministro dell’interno Alfano fa caricare per la terza volta manifestanti: dopo Milano e Napoli ora è Niscemi per il Muos

Terzo intervento di polizia oggi, stavolta a Niscemi contro i manifestanti per il Muos. Tre cariche in pochi giorni.  Il ministro dell’interno Alfano sta premendo l’acceleratore sugli interventi polizieschi, caratterizzati da durezza. Questa la denuncia che arriva da Niscemi dove alcuni manifestanti sono rimasti feriti secondo quanto riporta il gionale online “Il clandestino, permesso di soggiorno”.

Stamattina, alle otto e mezza circa, un nuovo blocco di attivisti e Mamme si è formato a Niscemi, all’ingresso della base del Muos. Polizia e mezzi delle ditte che lavorano nel cantiere erano entrati molto presto – alle sei del mattino – trovando libero l’accesso.

I partecipanti al blocco, un centinaio, hanno impedito per circa un’ora l’uscita ai militari e agli automezzi, sdraiandosi a terra e formando un tappeto umano.

Duro l’intervento della polizia che, in tenuta antisommossa, ha strattonato e trascinato i pacifisti per consentire il passaggio agli automezzi e agli operai, causando il ferimento di alcuni manifestanti.

La riserva naturale Sughereta di Niscemi – già devastata dalla ingombrante ragnatela di metallo delle 46 antenne inquinanti del sistema di telecomunicazioni militari NRTF-8, e destinata ad ospitare la stazione terrestre del Muos – torna ad essere luogo di tensioni.

E non si ferma l’aggressione, da parte delle forze dell’ordine, contro la lotta pacifica messa in atto, in questi mesi,  dagli attivisti del presidio, dai membri dei Comitati di base, dalle Mamme No Muos, dai nonni e dai cittadini di Niscemi – e di altre parti della Sicilia – che  hanno a cuore il futuro della propria terra.

Ricordiamo che i lavori di edificazione del Muos continuano, nonostante ci sia un atto formale di revoca della Regione Siciliana in vigore già dal 29 marzo, e che i manifestanti, pacificamente, si oppongono a questo abuso.

Il racconto di Peppe Cannella, del Comitato di Base No MUOS di Modica, uno dei due attivisti finiti in ospedale con una prognosi di 5 giorni per distorsione al braccio destro, ematomi ed escoriazioni: “Stamattina abbiamo bloccato due grossi mezzi americani in uscita dalla base, scortati da 2/3 furgoni e macchine della polizia e da 40 agenti in tenuta antisommossa. Abbiamo attuato il blocco con un’azione pacifica e non-violenta, creando un tappeto umano, legati tra di noi con braccia e gambe. Quasi nulla la concertazione. Dopo mezz’ora siamo stati caricati e strattonati. I video (riportati in calce all’articolo, ndr) parlano chiaro: noi abbiamo usato solo i nostri corpi, qualcun altro ha usato la forza senza dignità. E noi saremmo i violenti?”.

Intanto Max e Carmelo, i due attivisti fermati e portati in commissariato, sono agli arresti domiciliari.

“Non hanno fatto assolutamente nulla. Solidarietà a loro”, conclude Peppe Cannella.

http://www.youtube.com/watch?v=p_wO3qrQrDU&feature=youtu.be

http://www.youtube.com/watch?v=QLieJL9gfF0&feature=youtu.be

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