Sta passando vergognosamente quasi sotto silenzio, i media hanno dedicato alla notizia pochissimo spazio. Il fatto è che il Consiglio Superiore della Magistratura ha inflitto una censura al Pm dei minori Annonaria Fiorillo per aver polemizzato pubblicamente con l’allora ministro dell’interno Roberto Maroni a proposito della versione fornita sulla notte in cui Ruby venne portata in questura a Milano.
Doveva mantenere il riserbo, questa l’incredibile censura che il Csm a maggioranza – una parte dei giudici togati con i rappresentanti del Pdl – ha inflitto alla Pm Fiorillo.
Fiorillo ora ricorrerà in Cassazione e va bene.
Resta il fatto che in Italia l’organo di controllo sulla magistratura, presieduto dal Presidente della Repubblica, applica sanzioni in nome della censura.
A decidere la sanzione i giudici togati Auriemma, Vigorito, Virga, Nappi e i cosiddetti laici Marini e Zanon (del Pdl).
Una vera vergogna. Cosa avrebbe dovuto fare la povera Fiorillo di fronte a una versione fornita da Maroni tutta volta a difendere l’operato di Silvio Berlusconi, che proprio per quell’operato è ora sotto giudizio per concussione, aveva replicato difendendo la sua posizione? E cioè cosa avrebbe dovuto dire un magistrato che non ha mai permesso l’affidamento di Ruby alla Minetti e che si è vista invece attribuire cose diverse?
Questro è un paese il cui Parlamento lo ricordiamo ha votato allora a maggioranza che quella notte per lo Stato italiano Ruby era la nipote di Mubarak.