Processo per l’omicidio di Mauro Rostagno, Trapani, Corte di Assise, Aula Falcone, udienza del 15 maggio 2013. 51° udienza.
Corte in aula…l’udienza è dedicata all’esame dei periti balistici nominati dalla Corte di Assise.
Il presidente comunica che alla Corte sono giunte informazioni dalla sezione penale del Tribunale di Marsala….sequestro droga cargo fidelis…informazioni squadra mobile sul delitto Giacomelli….informazioni richieste all’Aisi (servizi segreti) …..verbale col. Luciano Lucentini e col. Paolo Fornaro…..Rai a proposito intervista Faconti Alessandra: esito negativo….
Ecco i periti Maggiore Emanuele Paniz e dott Santi Gatti (nella foto)
Intervento dott. Gatti…..La vittima è stata attinta da 4 colpi, due colpi da arma a canna liscia a caricamento multiplo e due colpi da arma a canna corta.
Il primo colpo sparato dal lunotto posteriore ha attinto la vittima alla schiena….Il secondo colpo dal lato sinistro (viene mostrata la foto del corpo martoriato di Rostagno)….Durante l’intervento viene evidenziato l’assenza degli abiti della vittima utili per potere eseguire alcune misurazioni ….indisponibilità dell’auto altro elemento che ha influito negativamente su questa parte della perizia ……Paniz aggiunge: sugli indumenti si potevano fare una serie di esami sulla distanza di sparo e si potevano rilevare tracce a proposito degli spari a distanza ravvicinata….Sul numero di colpi possiamo dire che sono stati quattro colpi, esaminando la macchina si poteva riscontrare qualche elemento in più…
Il maggiore Paniz con l’ausilio di foto proiettate su un grande schermo comincia a descrivere gli elementi balistici inerenti il delitto….L’esame dei pezzi dell’arma trovata sul luogo del delitto fa risalire l’arma a un fucile Breda Argus, Antares
Paniz…..l’esame delle cartucce conferma che non provengono dal settore commerciale…..
Sui luoghi in cui è avvenuto l’omicidio di Mauro Ristagno sono state repertate tre cartucce integre calibro 12, indicate con le sigle 1112RC1, 1112RC2 e 1112RC3. Tali cartucce risultano essere state scomposte nel corso di esami balistici precedenti alla presente perizia, previo taglio del tubetto in plastica, per verificare le caratteristiche del caricamento.
Per stabilire il numero di armi impiegate nell’omicidio di Mauro Rostagno e per verificare se i reperti di natura balistica rinvenuti sulla scena del crimine fossero riconducibili alle armi che hanno prodotto i bossoli repertati negli omicidi di Giuseppe Piazza e Rosario Sciacca, Gaetano Pizzardi, Giovanni Reina, Giuseppe Montalto e Antonino Monteleone si è proceduto all’esecuzione di esami microcomparativi sui bossoli calibro 12 facenti parte dei reperti sopra descritti.
L’esame microcomparativo dei bossoli e delle cartucce calibro 12 in sequestro ha permesso di stabilire quanto segue: – i tre bossoli calibro 12 rinvenuti in occasione dell’omicidio di Mauro Rostagno, indicati con le sigle 1112RB1, 1112RB2 e 1112RB3, provengono da una stessa arma a funzionamento semi/automatico (foto 275 ÷ 305 dell’allegato fotografico D-E); – le due cartucce calibro 12, rinvenute in occasione dell’omicidio di Mauro Rostagno, indicate con le sigle 1112RC1 e 1112RC3, presentano varie impronte di natura balistica che testimoniano il passaggio nella stessa arma che ha prodotto i tre bossoli di cui sopra (foto 306 ÷ 340 dell’allegato fotografico E); – sulla cartuccia calibro 12, rinvenuta in occasione dell’omicidio di Mauro Rostagno e indicata con la sigla 1112RC2, non risulta essere presente alcuna impronta otticamente apprezzabile che dimostri la sua introduzione e rimozione da un’arma; – le impronte presenti sui bossoli e sulle cartucce rinvenute in occasione dell’omicidio di Mauro Rostagno sono per caratteristiche di classe riferibili a un fucile semiautomatico marca Breda del tipo a lungo rinculo di canna modello Argus (foto 342 ÷ 349 dell’allegato fotografico E), Anitares o Aries, ovvero da altro modello di arma realizzata secondo il medesimo progetto costruttivo e con la stessa finitura superficiale delle componenti a contatto con la cartuccia;
il gruppo di bossoli calibro 12 rinvenuti in occasione degli omicidi di Giuseppe Piazza e Rosario Sciacca, Gaetano Pizzardi e Giovanni Reina proviene da una stessa arma a funzionamento semi/automatico (unica provenienza tra loro vedasi foto 350 ÷ 449 dell’allegato fotografico E-F-G). Sui bossoli calibro 12 relativi all’omicidio di Giovanni Reina è stata altresì rilevata la presenza di impronte di espulsione e di estrazione relative ad un’altra arma, diversa da quella che prodotto il gruppo di bossoli di cui sopra (foto 450 ÷ 452 dell’allegato fotografico G). Sempre per quanto riguarda l’omicidio di Giovanni Reina, sul bossolo indicato con il numero 1 è impressa un’impronta di espulsione riferibile verosimilmente ad un’ulteriore arma diversa (foto 453 dell’allegato fotografico G). – le comparazioni effettate sul gruppo di bossoli rinvenuti in occasione degli omicidi di Giuseppe Piazza e Rosario Sciacca, Gaetano Pizzardi e Giovanni Reina e su quello costituito dai bossoli rinvenuti in occasione degli omicidi di Giuseppe Monntalto e Antonino Monteleone sono risultate positive limitatamente alle impronte di espulsione e a quelle di cameramento presenti sul fondello (unica provenienza limitata alle impronte di espulsione e di cameramento sul fondello vedasi foto 498 ÷ 530 dell’allegato fotografico H). Tale risultato, sebbene limitato alle citate impronte presenti, deve essere comunque considerato con validità identificativa. Tra i due gruppi di bossoli è stata invece riscontrata la difformità morfologica delle impronte di percussione, degli estrattori e del sistema di alimentazione. Tale circostanza trova giustificazione ipotizzando che l’arma possa aver subito la sostituzione e/o la modificazione di varie componenti, intervento verosimilmente effettuato nel tentativo di rendere maggiormente difficile o impossibile la correlazione balistica tra i vari casi omicidiari. A tal proposito, non si esclude la possibilità che in occasione degli omicidi di Giuseppe Montalto e Antonino Monteleone sia stata utilizzata una differente arma alla quale è stata assemblata la canna dell’arma utilizzata per commettere gli omicidi di Giuseppe PIAZZA e Rosario SCIACCA, Gaetano PIZZARDI e Giovanni REINA. Tale circostanza trova riscontro per la identità delle impronte degli espulsori che nel fucile BREDA a lungo rinculo sono fissati alla canna dell’arma (foto 236 dell’allegato fotografico D); – i bossoli calibro 12 rinvenuti in occasione degli omicidi di Giuseppe MONTALTO, Antonino MONTELEONE, Giuseppe PIAZZA e Rosario SCIACCA, Gaetano PIZZARDI e Giovanni REINA sono caratterizzati da impronte riferibili ad armi diverse da quella relativa ai bossoli e alle cartucce repertate in occasione dell’omicidio di Mauro ROSTAGNO (esito negativo – diversa provenienza vedasi foto 531 ÷ 554 dell’allegato fotografico H).
Piazza Sciacca Reina stessa arma, arma diversa per Montalto e Monteleone….di identica provenienza invece le cartucce utilizzate
Per il delitto Rostagno “è stata usata un’altra arma”
L’analisi delle immagini prodotte dai CC.TT. Garofalo e Milone evidenza che all’interno di un gruppo di bossoli certamente provenienti da uno stesso fucile il confronto delle strie del sistema di alimentazione manifesta la corretta coincidenza in tutto il fascio di microstrie, fatto salvo piccole differenze. Si ritiene che tale piccola differenza possa essere giustificata da piccole variazioni nella modalità di contatto della parte dell’arma contro la superficie del bossolo, oppure nella difformità locale superficiale del bossolo stesso. Ad ogni modo si ritiene che tali confronti confermano la medesima origine dei bossoli. Tuttavia, non si può giungere ad una simile conclusione per quanto riguarda le immagini dei CC.TT. Garofalo e Milone relative al confronto dei bossoli dell’omicidio di Mauro ROSTAGNO con quelli degli omicidi di Giuseppe SCIACCA e Rosario PIAZZA e Gaetano PIZZARDI. Infatti, l’analisi effettuata mette in evidenza che le differenze non sono solo di carattere locale, ma che sussiste una coincidenza delle microstrie quantitativamente e qualitativamente minore a quella che gli stessi CC.TT. riescono a documentare nelle comparazione tra i bossoli test e reperto relativi ad uno stesso evento criminoso.
L’analisi delle immagini prodotte dai CC.TT. dell’Accusa, in base alle quali era stato formulato un giudizio di identità balistica tra le impronte “a freddo” presenti sui reperti relativi all’omicidio di Mauro ROSTAGNO con quelli di Giuseppe PIAZZA e Rosario SCIACCA e di Gaetano PIZZARDI, ha sollevato delle perplessità in ordine alla validità identificativa delle comparazioni documentate. In esse non si osserva una coincidenza consecutiva di microstrie sufficiente per esprimere un risultato in termini di certa positività dell’esame microcomparativo. Per tale motivo, si ritiene che tali foto non siano tecnicamente idonee a dimostrare l’asserita correlazione tra gli eventi omicidiari sopra citati. A tal proposito, è necessario considerare che le coincidenze delle microstrie documentate dai CC.TT. dell’Accusa sono qualitativamente e quantitativamente simili a quelle occasionalmente osservate nel confronto di impronte del sistema di alimentazione prodotte da armi certamente diverse. Per tale motivo non si può escludere che la valutazione espressa in base ad esse possa derivare da un errato responso di equiprovenienza (falso positivo) 16. L’esito delle comparazioni effettuate dai relazionanti sulle impronte del sistema di alimentazione, quelle cosiddette impronte “a freddo”, non ha consentito di dimostrare alcuna certa correlazione balistica tra i bossoli e le cartucce dell’omicidio di Mauro ROSTAGNO con i bossoli degli omicidi di Giuseppe PIAZZA e Rosario SCIACCA, Gaetano PIZZARDI, Giuseppe MONTALTO e Antonino MONTELEONE.
Sulla esplosione del fucile…..Al fine di studiare la natura dei residui presenti, e per accertare eventuali elementi tecnici che permettano di accertare le cause che hanno determinato la rottura dell’arma, si è proceduto ad effettuare l’analisi dei frammenti di arma rinvenuti sulla scena del crimine con il microscopio elettronico SEM (Scanning Electron Microscope) marca FEI modello Quanta 400 dotato di microanalisi X marca EDAX completa di sonda per analisi EDS (Energy Dispersion Spectrometry). L’analisi è stata condotta con sistema di rilevazione automatica delle particelle impostato per la ricerca di elementi metallici e di particolari microparticelle note in letteratura come residui inorganici dello sparo o p-G.S.R. (Primer GunShot Residues). Il prelievo è stato eseguito su superfici interne dei frammenti di astina e i residui ottenuti, sono stati opportunamente fissati su portacampioni tipo stub idonei ad essere analizzati con il microscopio elettronico SEM-EDX. La strumentazione impiegata ha permesso di esaminare i residui prelevati, ottenendo nel contempo informazioni sulla morfologia microscopica dei residui e sulla loro composizione chimica elementare.
Il fucile può essersi spezzato per l’urto contro una parte dura….successivamente il killer ha portato via la parte meccanica lasciando solo la parte in legno sulla scena del crimine…
A domanda del presidente Pellino il maggiore Paniz non esclude che ci può essere stata una esplosione del fucile ma per provare la circostanza serve l’arma….ripete che sono stati trovati elementi che provano la rottura a causa di un urto con una parte dura…non esclude che i pezzi trovati sulla scena del crimine possono essere stati dispersi da chi li aveva raccolti assieme alla parte meccanica del fucile e andando via li ha perduti…
Domande sui colpi…..a raggiungere Rostagno due colpi da arma a canna corta (divergenza da altra consulenza evidenzia il presidente Pellino)….
Non abbiamo elementi per dire che questa cartuccia sia stata passata su altre armi.
L’udienza viene sospesa
Domande del pm Gaetano Paci…..sulla professionalità e competenza dei periti incaricati
Pm chiede al perito Gatti rapporto di parentela con il prof. Compagnini…il perito conferma un rapporto di parentela indiretta
Domanda Pm chiede come mai dalla proprietà dei file risulta il nome del prof. Compagnini…
Paniz….quando dal 2003 al 2008 operando a Messina mi sono confrontato con prof. Compagnini ed è accaduto che ho utilizzato il format delle sue relazioni dunque su questi format è rimasta la proprietà originaria
Pm Paci annota che è necessario capire come mai sui file compare il nome del prof. Compagnini che guarda caso è il titolare dello studio dove lavora uno dei periti incaricati
Pm chiede quale tipo di arma ha sparato….Paniz: Antares, argus, Aries sono i tre compatibili con i residui trovati sul luogo del delitto…armi analoghe che differiscono su pochissime cose…non c’è possibilità di sapere quale tipo di arma delle tre ha sparato
Non c’è conclusione sulla successione di tiro……”mancano elementi” risponde Paniz
Il pm Paci con una domanda evidenzia che una parte della perizia non ha seguito la procedura seguita dagli altri consulenti e quindi le conclusioni cui sono pervenuti non possono a suo avviso essere sovrapposte
Il confronto prosegue sulle striature rilevate sui bossoli
Paniz: io non posso affermare che i riscontri sono negativi ma quelle immagini non possiedono requisiti che possano essere utilizzati come riscontri positivi
Pm ha concluso esame, anticipa che chiederà nuovamente esame dei propri consulenti
Avv. Carmelo Miceli….
Avv Lanfranca…
Sui pallini estratti dall’autopsia fa notare che si tratta di pallini di diversa misura…ci sono pallini pallini deformati e pallettoni
Paniz…deformazioni provocate solo da impatto con il vetro
Sulla sequenza dei colpi si possono fare solo ipotesi…
Mancano elementi per accertare sequenza di tiro…prima la pistola o il fucile
Le domande poste dall’avv. Lanfranca introducono un elemento nuovo e cioè la circostanza che a sparare possono essere stati due killer diversi con due diversi fucili rilevata la presenza come documentata in una foto sia di pallini che di pallettoni
In aula viene smontato un fucile…
L’avv Carmelo Miceli fa una serie di domande che puntano a sviscerare i punti controversi della perizia, in particolare sulle striature riscontrate sui bossoli
I confronti tra i bossoli dei diversi delitti…Rostagno e quelli imputati all’imputato Vito Mazzara risultano molto controversi, non emergono letture univoche già dalle stesse risposte dei periti…
Pausa dell’udienza
Viene concessa una sola domanda e una risposta per i periti
Il processo riprende con le domande dell’avv Esposito di parte civile
Domande sulla rottura dell’arma
Ancora risposte del genere nulla lo accerta nulla lo esclude
La pratica del tiro a volo determina capacità a esplodere più colpi in rapida successione? Alla domanda la difesa di Vito Mazzara si oppone
Il presidente ammette la domanda con riferimento all’esperienza che possono avere i periti e perché da altri temi di prova sono emersi riferimenti ai colpi in rapida successione…il perito Gatti risponde osservando che nel tiro a piattello si spara un colpo o due colpi…si, in rapida successione
Riprende avv. Miceli
Avv Miceli evidenza che al momento della foto del bossolo ripreso da microscopio elettronico l’illuminazione utilizzata può evidenziare una parte e mettere in oscuro un’altra..circostanza confermata dai periti
Risposta del perito Paniz….somiglianze e similitudini tante…ma non possiamo parlare di coincidenze
Domande della difesa…avv Salvatore Galluffo
Paniz: si può parlare di uno zero a zero…in maniera zelante ben poche prove balistiche potrebbero passare….
domande sulle caratteristiche della borra….e sulla canna scoppiata del fucile
Domande avv Vezzadini….ogni volta che una cartuccia viene camerata a freddo vengono lasciate impronte…risposta dipende da con quali organi dell’arma viene in contatto…in doppietta impronte sono inferiori..può non esservi traccia cameramento in bianco
Domande della corte
Borra trovata nei pressi auto bruciata è dello stesso tipo di quella trovata nell’auto di Mauro Rostagno?…Paniz: è difficile fare la comparazione, sembra che la parte sottostante sia un po’ più alta…
L’esame dei periti da parte della corte si è concluso, ancora si è messa in evidenza la mancata completa fondatezza di alcune conclusioni della perizia…
L’avv Ingrassia difensore di Virga si oppone alla richiesta dei pm di tornare a sentire i consulenti dell’accusa
Avv Ingrassia parla di chiarezza encomiabile della perizia
Avv Galluffo aderisce all’opposizione
Anche avv Vezzadini
La corte si ritira per decidere sulla richiesta dei pm e sulla analoga richiesta della parte civile avv Miceli che ha chiesto di potere sentire i propri consulenti
La Corte rientra in aula….La Corte non ritiene che si possa riaprire ciclo di acquisizione prove, ma se vi è esigenza di approfondire alcuni punti o fare approfondimenti scientifici rispetto alle conclusioni dei periti e a corredo attività istruttoria, la corte ritiene opportuno e necessario invitare i consulenti tecnici del pm a sottoporsi a esame immediatamente. Si consentirà al pm di rivolgere ai propri consulenti le domande introduttive e si cercherà di creare confronto diretto tra consulenti e periti….
Verranno quindi sentiti Milone Livio e Emanuele Garofalo consulenti dei pm
Pm Paci….domanda sulla successione dei colpi contro la vittima…Prima domanda dedicata alla non condivisione della conclusione dei periti….Prof. Milone…I primi colpi che hanno attinto autovettura sono stati esplosi da dietro e con arma lunga…tre colpi di fucile sono stati sicuramente esplosi, due colpi pervengono dentro autovettura perché viene raggiunto il Rostagno…attinto da due colpi a carico dell’emicranio ….
L’uso di fucile calibro 12 e calibro 38 è tipicamente di stampo mafioso, il colpo alla testa è il classico colpo di grazia
Prof. Milone contesta che le foto dei bossoli sono state modificate dal formato a colori in bianco nero…..
La foto poi più si ingrandisce più si perdono i particolari