Informazioni che faticano a trovare spazio

La carriera di Marini: salta le primarie, viene catapultato dall’alto, non lo eleggono neanche al suo paese. Insomma, “trombato”. Ed eccolo ora lanciato verso il Quirinale. No, Marini, no

“Dalla lista Pd resta fuori un nome eccellente, un leone della politica abruzzese, un uomo che ha fatto la sua storia, uno di quei nomi che è stato paracadutato, e la caduta non è stata morbida: Franco Marini….”.

Così il commento al risultato elettorale su www.abruzzo324ore.tv. Col 24% il Pd ha fatto una magrissima figura in Abruzzo, superato dal Pdl che con la sua coalizione è arrivato al 29% e dal M5S di Grillo col 28,1%. E soprattutto con Franco Marini “trombato” come si usa dire per chi non ce la fa soprattutto se noto, addirittura nel suo paese natale, San Pio delle Camere (67 voti).  Però per presentarsi aveva chiesto la “deroga” al Pd.

E soprattutto aveva saltato le primarie.

Tanto che da Vasto era nata una protesta molto forte: “E’ un insulto” aveva dichiarato Ivo Menna.

E ora eccolo ripescato alla grande con una prospettiva di addirittura sette anni.

Piace a Berlusconi. Si è capito.

Ma che candidato è?

“Io il mare l’ho visto per la prima volta durante una gita dell’Azione cattolica a Silvi Marina. Sono stato a Roma per la prima volta nel 1950, con un viaggio organizzato dai “baschi verdi” cattolici. Il primo calcio a un pallone di cuoio l’ho dato nell’oratorio. I primi corteggiamenti li ho fatti nella mia parrocchia. Come potevo non essere democristiano?”.

No, Marini, no.

Contiamo sul no di Sel e dei “renziani”, a questo punto.

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