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Effetto Boston: salta l’accordo al Senato Usa per il controllo delle armi. Dietrofront repubblicano. Trionfa la lobby delle armi. E ancora si vagola nel buio sugli attentatori?

Primo effetto Boston, salta l’accordo con i repubblicani sulle misure di controllo (minimo) per le armi. Trionfa la lobby delle armi. Difficile non vedere nessi tra l’attentato e questo dietrofront della destra americana che si rimangia un accordo bipartisan. Ecco l’America impaurita. Ma chi è stato a impaurirla? Di seguito repubblica.it

Controllo armi, no del Senato Usa.
Salta l’accordo bipartisan di Obama

Durissimo colpo al futuro dell’intera riforma voluta da Obama dopo le stragi. Il partito repubblicano s’è compattato. E i promotori del testo non sono riusciti a ottenere i voti necessari

dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

NEW YORK  – “Oggi è una giornata vergognosa per Washington”: Barack Obama è indignato, la sua ira trabocca e si esprime in una frase durissima. Trionfa ancora una volta la lobby delle armi, salta l’accordo bipartisan per introdurre dei controlli “di background” al momento delle vendite. E’ un colpo duro per Obama e per tutti coloro che si sono battuti  –  anche sul fronte repubblicano  –  per arginare la catena delle stragi in America. Non è bastato neppure l’appello accorato di una mamma di Newtown, Connecticut, una delle madri di quei venti bambini uccisi nella più folle delle carneficine.

E’ stato bocciato al Senato il disegno di legge che doveva rendere obbligatori dei controlli molto elementari e di buon senso: non un divieto né una restrizione generale, solo il dovere per l’armaiolo di consultare la banca dati federale sui precedenti penali o di malattia mentale dell’acquirente. Sembrava che almeno questa modesta proposta avesse raggiunto il quorum dei voti, grazie a un’intesa bipartisan. L’avevano promossa i leader democratici e repubblicani del Senato. Barack Obama ci aveva messo il cappello sopra, benedicendo dalla Casa Bianca quella convergenza parlamentare.

Ma la National Rifle Association (Nra), la lobby della rmi, non si era arresa. Aveva continuato a lavorare i senatori ai fianchi, minacciando i meno decisi fra loro. La Nra “sposta” voti, nei collegi elettorali dove un senatore rischia la sconfitta può essere decisivo l’appoggio o l’ostilità della lobby delle armi. E così l’intesa si è sgretolata. Al momento della chiamata nominativa, nel voto palese molti si sono squagliati. La legge non è passata. Newtown, Connecticut, è stata un’altra strage inutile.

La disfatta sulle armi giunge in ore drammatiche per altre ragioni. Alcune lettere assassine, contenenti ricina, sono state inviate a Obama e ad alcuni senatori favorevoli ai controlli sulle armi. L’Fbi per ora non trae conclusioni, non fa collegamenti con trame terroristiche e la cosiddetta “pista interna” che viene evocata anche per l’attentato alla maratona di Boston. Ma tra le forze più ostili e aggressive contro questo presidente, che possono arrivare fino a metodi di lotta violenti, c’è sicuramente una frangia estrema che è disposta a tutto pur di difendere il proprio “sacro” diritto a vivere armata fino ai denti. “Non finisce qui”, promette Obama, “la mia Amministrazione farà di tutto contro la violenza”. Ma per adesso sono i suoi nemici a gongolare.

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