Gli studenti cileni sono tornati in piazza, giovedì, per rilanciare la loro protesta a favore della gratuità totale dell’istruzione. Decine di miglia di studenti – 120 mila, secondo le stime della stampa locale – dei principali istituti di alta formazione, ma anche alunni della scuola secondaria e delle università private accompagnati da numerosi insegnanti, sono sfilati nelle principali arterie di Santiago, nella prima manifestazione di massa del 2013 del movimento studentesco nato nel maggio del 2011. Chiedono scuole gratuite e abbattimento dei costi della formazione universitaria. E vogliono mettere un freno alla speculazione sul diritto allo studio dei giovani cileni.
La Marcia della formazione cilena, una delle più grandi manifestazioni per il diritto allo studio mai verificatesi a Santiago del Cile si è conclusa con scontri e arresti. Si era svolta sostanzialmente senza incidenti, fino a quando gruppi incappucciati hanno scavalcato le barriere erette intorno alla tribuna principale della manifestazione per lanciarsi contro unità di «carabineros». La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Il bilancio è di 109 arresti – 24 di minorenni – e di 6 poliziotti feriti.
Manifestazioni si sono tenute anche in una decina di altre città del Cile, come Valparaiso e Concepcion. Dopo l’esplosione degli scontri, al termine del corteo, è seguita la presa di distanza dei sindacati studenteschi che dall’inizio del movimento studentesco hanno sempre cercato di marginalizzare e criminalizzare la sua parte più conflittuale, quella dei giovani «incappucciati», che animano le piazze cilene.
DISUGUAGLIANZE – Il sistema scolastico cileno, reputato il migliore del Sudamerica, soffre di pesanti disuguaglianze: solo gli studenti che provengono da famiglie abbienti possono accedere alle offerte migliori. Gli studenti cileni pagano al sistema dell’educazione il prezzo più alto dell’area Ocse: a carico delle famiglie è il 75% della spesa contro il 40% di quanto paga una famiglia americana e il 5% di una scandinava.
RIFORMA – In una mossa a sorpresa, alla vigilia della manifestazione, il presidente cileno Sebastian Piñera ha annunciato un’iniezione di 158 milioni di dollari nell’educazione pubblica. Ma la protesta è un chiaro messaggio al governo e al ministro dell’istruzione Beyer – accusati di aver innalzato sempre più i costi e ristretto le possibilità di accesso – che gli studenti vogliono una riforma seria del sistema scolastico.