L’Ater mette in vendita a San Lorenzo le case che gli Usa hanno fatto costruire nel dopoguerra per chi aveva perso la casa nel bombardamento del 19 luglio 1943. La protesta dei residenti (nella fotodal blog del consigliere municipale Pd nel III Domenico Fischetto)
Quelle case in via dei Corsi, a San Lorenzo, costruite nell’immediato dopoguerra come risarcimento per il bombardamento americano del luglio ’43. Sono sei le palazzine oggi amministrate dall’Ater che con un finanziamento arrivato dagli Stati Uniti servirono a ridare un tetto a chi l’aveva perduto in quel 19 luglio quando San Lorenzo fu mezzo rasa al suolo. E ora cosa succede alle 140 famiglie che vi abitano, tra anziani reduci di quel bombardamento e famiglie di eredi?
A creare il panico, accompagnato da una forte indignazione, è stata una raccomandata dell’Ater che è stata recapitata come un fulmine a ciel sereno ad alcune famiglie, preannuncio di un invio globale. Gli inquilini in questione infatti hanno scoperto che devono acquistare l’appartamento in cui vivono, altrimenti dovranno cedere il passo a nuovi acquirenti in grado di comprarsi quelle case. Le lettere hanno fatto il giro dell’isolato e , nonostante un’iniziale incredulità generale, è stata convocata un’assemblea.
Ma ieri, mentre era in corso l’assemblea di fronte al civico 4 (gli altri civici coinvolti sono il 2, il 6, l’8 e il 10, più sull’altro lato l1 per un immobile costruito dopo), ecco spuntare un pony con un nutrito mazzo di lettere gialle dell’Ater per il resto degli inquilini. “Fino a quel momento c’era qualche famiglia che si illudeva di restare fuori da questa dismissione – spiega il consigliere municipale del Pd, Domenico Fischetto, accorso in via dei Corsi -. Di fronte alle nuove lettere tutti hanno capito che invece l’operazione è totale”.
Intanto un’inquilina che aveva pochi anni in quel luglio del ’43, e che si ritrovò allora con la famiglia per strada e con la casa distrutta, non ha perso tempo e si è recata direttamente in via Veneto all’Ambasciata americana. “Sapete che mi hanno detto? – ha riferito all’assemblea l’inviperita abitante .-. Che l’Ater non può vendere proprio nulla, per il semplice fatto che le case sono americane e che l’Ater le ha solo in gestione…”. Sarà vero? In ogni caso la signora, molto battagliera, ha dato il via a una protesta generalizzata che sta infiammando via dei Corsi. Il consigliere comunale Athos De Luca ha rivolto intanto un appello urgente al sindaco e al presidente dell’Ater, per revcocare il provvedimento.
Paolo Brogi