E’ stato unno dei subordinati dei Graviano, Gaspare Spatuzza, pentito dal 2008, a confermare le dichiarazioni del pentito Giuffrè.
Secondo Giuffé i fratelli Graviano erano gli intermediari tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi. Giuffé ha infatti affermato che Cosa Nostra decise di appoggiare Berlusconi e Forza Italia fin dalla sua fondazione nel 1993, in cambio di un aiuto nel risolvere i problemi giudiziari della mafia. La mafia si rivolse a Forza Italia, quando i suoi contatti con i partiti tradizionali erano diventati infruttuosi nella protezione dei suoi membri.
Dunque secondo Giuffrè, che racconta cose apprese da Aglieri e Carlo Greco, i Graviano trattarono con Berlusconi attraverso l’imprenditore Gianni Ienna, tra il settembre e l’ottobre del 1993. A sua volta Gaspare Spatuzza ha dichiarato che Giuseppe Graviano nel 1994 gli confidò che Silvio Berlusconi era sceso a patti con la mafia in relazione a un accordo politico-elettorale tra Cosa Nostra e il partito Forza Italia. Secondo Spatuzza Graviano gli passò queste informazioni durante una conversazione in un bar di proprietà a Via Veneto a Roma. Marcello Dell’Utri ne era dunque l’intermediario. Dell’Utri ha respinto le accuse di Spatuzza come “sciocchezze” mentre secondo Berlusconi la deposizione di Spatuzza è ridicola e farebbe parte di una macchinazione ai suoi danni.
Vent’anni, dunque: secondo quanto hanno riferito i pentiti accolti ora dai giudici di Palermo il garante della mafia è stato in primo luogo Marcello Dell’Utri.