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Atene, Alba dorata choc: “Faremo saponette con gli immigrati in Grecia”
Francesco De Palo
Ilfattoquotidiano.it 7 marzo 2013
Immagini e frasi da brivido. Hanno seguito i membri di Alba dorata per un mese durante le campagna elettorale greca dello scorso anno, e martedì scorso una troupe angloellenica ha visto andare in onda il proprio documentario sul canale britannico Channel 4. Con lo choc di frasi hitleriane rivolte agli immigrati da parte del candidato Plomaritis, che si dice deciso “a fare saponette con gli extracomunitari presenti sul territorio greco”. E anche: “Siamo pronti a infornarli”, con insulti e minacce rivolte ai venditori pachistani ed afghani.
Il corto si basa sul materiale raccolto da un regista greco che ha seguito la scorsa estate per quasi un mese i membri di Alba dorata durante le fasi pre elettorali, registrando comizi, visite nei mercati rionali, progetti e dichiarazioni. Nelle immagini si ascolta il programma del partito guidato da Nikolas Mikalioliakos: la crisi economica è figlia dei tre milioni di stranieri presenti in Grecia, che vanno espulsi immediatamente per consentire ai greci di avere un lavoro e più servizi dallo stato. Li definiscono “buoni a nulla che bevono la nostra acqua, mangiano il nostro pane e respirano la nostra aria”, per poi epitetarli come “primitivi, subumani e contaminati”. Ma il punto “forte” del video è un dialogo aberrante tra lo stesso candidato e i militanti del partito, seduti al tavolino di un bar, quando si sente pronunciare la frase (con sottotitoli in inglese): “Siamo pronti ad aprire loro i forni”, come per rievocare idealmente la barbarie della shoah e di tragedie storiche del passato nazista. E aggiunge, senza la minima vergogna per il tenore delle parole espresse, che quei saponi ricavati dagli immigrati non potranno essere utilizzati dagli uomini, perché si correrebbe il rischio di infezioni, ma solo per pulire auto o marciapiedi. Poi con la pelle degli immigrati si potrebbero fare lampade da tavolo e i loro capelli veduti nei mercatini di Monastiraki, la folkloristica zona turistica sotto l’Acropoli. E ancora: “Prendiamoli a calci per sbiancarli” tra le risate di tutti i presenti.
Per poi rendersi protagonisti di una mossa degna della più spregevole propaganda: chiedono ad una famiglia del Bangladesh che passava casualmente di lì di avvicinarsi a favore di camera e, mentre si definiscono amanti degli stranieri, li immortalano invogliando a sorridere anche due bimbi. Il partito che alle urne dello scorso anno ha conquistato il 7%, facendo ingresso in Parlamento per la prima volta dopo trent’anni di “embargo”, è oggi quotato dai sondaggi all’11%, dietro i radicali del Syriza al 25% e i conservatori del premier Samaras al 23%. E’ stato al centro di numerose polemiche in questi primi otto mesi di governo “di crisi”, con episodi di aggressione sempre a sfondo razzistico nei confronti di immigrati.
Lo scorso settembre a Palliò Falliro, il secondo porto della capitale, in occasione di una festa religiosa un gruppo di militanti si presentò con mazze da baseball distruggendo i banchetti di venditori ambulanti stranieri. Pochi giorni dopo un cittadino greco, ma di origine egiziana, venne preso a catenate in faccia perché scambiato per un extracomunitario, con una foto che fece il giro del mondo: intubato in un letto di ospedale con un occhio quasi perso. Il “rischio Weimar” venne invocato già lo scorso ottobre dal premier conservatore Samaras prima della sua visita in Germania, ma il bubbone in Grecia è esploso ben prima. Con una classe politica assetata di denaro e potere, con cittadini ridotti allo stremo da un memorandum ingannevole e con uno Stato assente perché fallito da tempo: terreno quantomai fertile per la zizzania del razzismo e di assurdi incubi del passato.