Vediamo. Forse i 162 parlamentari del M5S avranno a questo punto capito che senza un governo insediato il parlamento non può legiferare su nulla, nel senso che la strategia legge per legge auspicata dal movimento di Grillo è vincolata dall’esistenza di un governo che goda della fiducia in Parlamento. Questo vuol dire che un governo Bersani, che ha i numeri alla Camera, al Senato deve avere la fiducia di M5S per poter esistere.
Grillo dicendo “nessuna fiducia a Bersani” (tralasciamo le offese pronunciate pggi) cosa pensa di fare con i suoi numerosi eletti in questo parlamento? Non può fare nulla, solo aspettare nuove elezioni che a causa del semestre bianco del Quirinale (negli ultimi sei mesi del suo mandato il Presidente non può più sciogliere le Camere, e Napolitano scade il 15 maggio) saranno possibili solo con un nuovo presidente della Repubblica e quindi tra mesi.
Nel frattempo l’Italia come va avanti?
Probabilmente Grillo spera che il Pd a questo punto si volga ineluttabilmente verso un governo col Pdl di Berlusconi, questa è l’unica alternativa esistente, con lo scopo di veder liquefare il Pd a proprio favore con un’ulteriore travaso di elettorato di sinistra.
Un gioco perverso, se è questo ciò che vuole Grillo, che gioca su correnti interne al Pd ma che finora trova in Bersani uno scoglio.
Oppure Grillo vorrebbe qualcun altro al posto di Bersani? Francamente può apparire una pretesa che è fuori di ogni regola istituzionale. Ma se è così che almeno lo dica!
Ma allora si dirà: Grillo che riforme vuole e soprattutto come le vuole realizzare?
A questo punto sorgono due problemi. Il primo è che ci stanno a fare al mondo i 162 parlamentari eletti del M5S, visto che non decidono nulla e visto che decide tutto da solo Beppe Grillo dalla sua villa di Sant’Ilario. Ci sarà una riunione dei 162 con Grillo e Casaleggio a Roma? In questo caso sarà una riunione democratica? Mah…E in ogni caso, che fine fanno le riforme ampiamente megafoinate da Grillo? Sono davvero le riforme il suo interesse?
Il secondo problema è cosa ne pensano gli elettori che venendo da sinistra hanno votato M5S.
Jacopo Fo e un rappresentante di Sel hanno da poco lanciato una pagina Facebook che chiede di essere realisti e di puntare a dieci riforme subito che secondo i proponenti sono possibili.
Unico neo è che senza la fiducia a un governo, quale che sia, questi sono propositi privi di fondamento. Senza un governo non si può procedere a nulla.
Forse dopo l’ubriacatura dei voti dello tsunami grillino qualcuno si renderà conto di queste pericolose incongruenze. Insomma se ne accorgeranno? Magari facendo sentire la propria voce e opponendosi allo sfascio?