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La Rcs vuole uccidere l’Europeo per una seconda volta

La Rcs in mano a questo ad Pietro Scott Jovane annuncia lacrime e sangue. Nel senso di chiedere 800 tra giornalisti e poligrafici da far fuori (oltre 600 in Italia). E la chiusura di una decina di testate della periodici. Più il trasferimento da via Solferino in via Rizzoli, a Crescenzago, del Corriere della sera.

Richiesta dunque innanzitutto  la dismissione di una lunga serie di testate della Periodici: Il quadro drammatico prospettato dai vertici del gruppo richiede la messa in vendita 10 testate periodiche e , nel caso, l’obiettivo della cessione non sia raggiunto, la chiusura. Si tratta di:

A,

Brava Casa,

AstraMax,

Ok Salute,

l’Europeo,

Visto,

Novella 2000,

Yacht&Sail

Il  polo dell’enigmistica.

Quando arrivai all’Europeo, nel 1987, la testata era una delle ventotto allora nel portafoglio della Rizzoli. L’Europeo, il primo newsmagazine nato in Italia (1945), fu sacrificato nel 1995 perché doveva essere sacrificato.

Per ridurlo ai minimi termini la Rcs decise una cura da elettroshock: licenziare nel ’90 un direttore (Lanfranco Vaccari) per insediare un personaggio sui generis come Vittorio Feltri, allora alla sua prima direzione, per poi sostituirlo con Myriam De Cesco e infine con Lamberto Sechi per portarlo a morte.

Per uccidere l’Europeo il sistema infallibile era  quello di fargli venire meno quella poca pubblicità di cui godeva. Così fecero alla Rcs e così, nel 1995 riuscirono a mandare in soffitta dopo cinquant’anni di gloriosa attività editoriale il newsmagazine.

Un crimine ,diciamo, quasi perfetto. Nel frattempo il portafoglio della periodici si era ridotto a circa quindici testate delle 28 precedenti: le dismesse erano state chiuse oppure passate a “giardinetti” esterni gestiti con la De Agostani e altri.

L’Europeo è poi riuscito a sopravvivere come edizione periodica a temi grazie al lavoro certosino in questi ultimi anni di Daniele Protti che ha assicurato uscite a tema molto ricche ed apprezzate.

Che dire della crisi sbandierata ora? La rcs si getta rapace su una serie di testate. Fa impressione però in particolare l’accanimento nei confronti dell’Europeo, chiuso ormai diciotto anni fa, e  sopravvissuto nelle sue riedizioni a tema mensili  grazie a  Protti, mettendo a frutto lo straordinario parterre di talenti che ha lavorato per quel giornale.

Ora lo si vuole uccidere una seconda volta, pazzesco visto i limitatissimi costi che comporta l’attuale Europeo e nonostante il buon esito delle sue uscite a tema.

Diciamo no a questo ennesimo misfatto della Rcs periodici.

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