Giovanna Melandri, presidentesssa del Maxxi, sostiene di aver deciso da sola per il voltafaccia – come chiamarlo altrimenti? – sulla proiezione del filmato “Girlfriend in a Coma” di Bill Emmott e Annalisa Piras. La Melandri dice che il ministero non c’entra. Ha deciso così perché al Maxxi alla vigilia del voto non si deve fare politica.
Peccato però che Bill Emmott abbia ricevuto la notifica dell’annullamento della proiezione concordata per il 13 febbraio in cui si fa preciso riferimento, da parte del Maxxi, a un orientamento ministeriale negativo.
Ma c’è un argomento che parla da solo, è la concanetazione dei fatti: la proiezione era prevista per il 13 febbraio, si presume che sia sta concordata tra gli autori e il Maxxi. E allora perché questo improvviso divieto? E’ evidente che qualcuno deve aver avuto da ridire, in questi ultimi giorni. Chi, se non il ministero? Altrimenti si dovrebbe desumere che la Melandri sia capricciosa, per non dire di peggio, prima dice di sì, poi all’improvviso opta per il no.
In ogni caso la spiegazione “niente politica al Maxxi” fa ridere anche i polli. Pochissimi giorni fa il Maxxi, era il 27 gennaio, ha ospitato una manifestazione per i rom vittime della Shoah, solo per ricordare un evento recente. Nella sala che ospitava l’evento quelli dell’Unar hanno ovviamente parlato di esclusione e discriminazione, si è accennato al Piano Nomadi, ecc ecc. Che vuol dire dunque questo penoso “niente politica al Maxxi”? Forse manca la specificazione, cioè “niente politica antiberlusconi”. Non è così, cara Melandri?