La strage di Ustica avvenne a causa di un missile e non di una esplosione interna al Dc9 Itavia con 81 persone a bordo, e lo Stato deve risarcire i familiari delle vittime per non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli. Lo sottolinea la Cassazione in sede civile nella prima sentenza definitiva di condanna al risarcimento. È la prima verità su Ustica dopo il niente di fatto dei processi penali, che avevano visto assolti i vertici militari dell’aeronautica italiana.
C’era a bordo di quel Dc9 anche un amico, Alberto Bonfietti, Era un veneto, aveva fatto l’università e il ’68 a Trento, in quell’ultima fase faceva il portiere di notte a Venezia. Quella sera andava in Sicilia per incontrarsi con la figlia. A Punta Raisi lo aspettava Giannina con la bambina, sono passati da allora 33 anni. A lungo Ustica è stata una palestra di depistaggi, la verità ora che è stato liquidato Gheddafi è piuttosto facile fa ricavare: quella sera per tentare di ammazzare il despota libico i missili francesi sbagliarono sagoma e colpirono il Dc9 italiano. Poi negli anni eccio svilupparsi il tentativo mediocre di nascondere tutto ciò, con la complicità miserabile di alti ufficiali dell’aeronautica italiana.
Un saluto stasera a Daria Bonfietti che per anni e anni si è battuta per arrivare a qualcosa. Alla presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di Ustica va stasera il nostro abbraccio.