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Rom: dopo averli deportati nell’ex cartiera sulla Salaria ora la Belviso vuole chiederne l’espulsione

Rom: prima li sgomberano, poi li portano in strutture abbandonate a se stesse, poi il tocco finale è chiederne l’espulsione. Così la giunta Alemanno, tramite la vicesindaco Sveva Belviso. La segnalazione è dell’Associazione 21 Luglio e riguarda la situazione dell’ex cartiera di via Salaria 971 a Roma. Ecco:

Roma, 4 gennaio 2013 – Dal novembre 2009 centinaia di rom provenienti dall’insediamento informale di Casilino 900 e da altri insediamenti sgomberati (Centocelle, Labaro, via Papiria, via Naide e via Da Meta) sono ospitati dal Comune di Roma nell’ex cartiera di via Salaria, 971. Da più di tre anni vi vivono stabilmente più di 100 nuclei familiari, poco meno di 400 persone. Fra il dicembre 2011 e il gennaio 2012, personale incaricato dal Comune di Roma ha effettuato interviste agli ospiti rom presenti all’interno del centro di accoglienza. Nei giorni successivi la vice sindaco di Roma Capitale, Sveva Belviso, ha dichiarato: «Chiederò al Prefetto il decreto di espulsione per 319 di loro con l’allontanamento coatto. Non è una forma di cattiveria. Ma bisogna capire che così non si può andare avanti, non possiamo permettercelo».

In piena campagna elettorale, mentre continuano gli sgomberi nella Capitale, il 31 dicembre 2012 a 19 ospiti della struttura è stata notificata una lettera del Comune di Roma, in cui i soggetti sono stati «invitati a lasciare la struttura entro la data di venerdi 04 gennaio 2013, liberando da persone e cose gli spazi precedentemente assegnati. Nel caso in cui non si ottemperi spontaneamente a quanto prescritto, è affidato al competente UOSPE in indirizzo il compito di procedere al suo allontanamento e allo sgombero nella data indicata».

L’Associazione 21 luglio ha verificato nei giorni scorsi come tra i 19 ospiti ci siano soggetti in particolare condizione di fragilità: un uomo ricoverato nei giorni scorsi nel reparto di Neurochirurgia del Policlinico Umberto I, una persona iscritta nella categoria degli invalidi civili con un riconosciuto 50% di invalidità, una donna in stato di gravidanza, una giovanissima coppia di diciottenni. Per tale ragione, l’Associazione, con una lettera inviata al direttore del Dipartimento XIV di Roma Capitale, ha chiesto almeno di voler accogliere la richiesta avanzata dagli ospiti per concedere ai nuclei familiari un congruo tempo al fine poter lasciare spontaneamente la struttura di via Salaria.

«Dall’inizio del Piano Nomadi – dichiara l’Associazione 21 luglio – si assiste ad un cinico “gioco dell’oca” in cui vengono utilizzati soldi pubblici, prima per sgomberare i cittadini rom da un punto all’altro della città, poi ad alcuni di loro si offre assistenza in strutture inadeguate ed infine agli stessi gli si intima di tornare sulla strada. Sfugge il senso logico di un Piano Nomadi che non è diventato altro che lo specchio di una schizofrenia che ha investito gli amministratori locali, proiettati a barattare il facile consenso con operazioni di facciata, piuttosto che interessati a risolvere i problemi reali dei cittadini, rom e non rom, presenti nella città».
«L’Associazione 21 luglio metterà in atto tutte le azioni più appropriate per evitare che a Roma, da qui ai prossimi mesi, il consenso elettorale venga investito su azioni che, in nome della sicurezza, scarichino il malessere sociale sull’esistenza delle categorie più deboli e meno tutelate».

(sotto un’immagine della cartiera)

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