Prospero Gallinari non ha mai raccontato tutto quello che doveva raccontare su Aldo Moro. Lui, la Braghetti, Moretti non hanno mai detto la verità.
Chi ha ucciso materialmente Moro?
Dove è stato tenuto prigioniero Moro, cioè in quante prigioni e stato tenuto e dove?
Chi è entrato in quelle prigioni oltre a lui, la Braghetti e Moretti?
Che fine ha fatto il memoriale originale scritto da Aldo Moro?
Dove sono finiti i nastri registrati?
Dove sono finite le lettere che furono scritte e non recapitate?
Gallinari se ne è andato ora con questo carico di quesiti irrisolti.
Fioriscono su di lui elogi funebri, c’è chi mostra una nostalgia verso personaggi come Gallinari che non so da dove nasca se non evidentemente da un sinistro ammaliamento verso i terroristi.
Nostalgia per l’ex contadino poi operaio diventato il carceriere di Moro? E prima ancora capace di partecipare alla mattanza della scorta di Moro, quei cinque uomini lasciati sul selciato di via Fani? Nostalgia per l’emiliano diventato terrorista? Nostalgia per l’uomo che non si è mai dissociato e che si è tenuto stretti i suoi segreti? Nostalgia soprattutto per quel tentativo di dirottare l’Italia chissà dove?
A me dispiace che Gallinari se ne sia andato senza rompere questo muro di omertà che i terroristi, che pensarono bene di far prendere un altro corso alla storia italiana, si guardano assolutamente dall’infrangere. Se n’è andato con un peso che forse avrebbe fatto bene a scaricarsi da dosso. Per se stesso e per questo paese.