Guardate questa bambinetta di meno di tre anni. Guardate come cammina nel corridoio di Rebibbia Femminile. Quelle braccia dietro la schiena…Questi bambini che stanno in carcere con le loro madri, vera mostruosità tutta italiana, imparano da piccolissimi le leggi di un luogo di costrizione. Arrivano alla porta ed aspettano che qualcuno si affacci per aprirla…adottano insomma tutte le procedure del sistema carcerario. Questa foto fa parte dell’insieme di immagini del libro a quattro mani che Stefano Montesi, con Francesco Delogu, ha fatto per la Caritas: Uhuru-Libertà, 50 euro. Il ricavato va interamente ai più poveri carcerati di Rebibbia. Qui di seguito il testo dell’articolo che ho scritto oggi per corriere.it:
Anche la Caritas scende in campo sulle carceri, con particolare attenzione a quelle romane e a Rebibbia più in particolare. Obiettivo è aiutare “i cittadini poveri che sono in carcere”. Lo fa col doppio libro fotografico “Uhuru-Libertà” di Francesco Delogu e Stefano Montesi, messo in vendita a cinquanta euro nel circuito delle librerie Arion e il cui devoluto sarà interamente dedicato ai “poveri” del carcere, che – spiega la Caritas con un esempio romano – sono “la maggioranza nel polo penitenziario di Rebibbia” con i suoi 2700 detenuti (di cui 1800 nella casa circondariale del Nuovo complesso, 400 nel femminile). Presentando l’iniziativa don Sandro Spriano, cappellano di Rebibbia, ha voluto ringraziare Marco Pannella che coin la sua iniziativa “sta facendo pratica di Vangelo”.
Nella sala stampa della Radio Vaticana è Daniela De Robert, responsabile dei volontari Caritas nelle carceri romane, a ricordare che “se la povertà sta aumentando in tutta la società, il posto in cui si fa di più sentire è il carcere come povertà relazionale, culturale e materiale”. Don Paolo Spriano cerca di dare un volto a questa povertà fornendo alcune cifre: “Su 1800 detenuti del Nuovo Complesso – spiega il cappellano – solo in mille sono quelli che dispongono di un conto corrente sul quale i familiari possono depositare soldi, un conto su cui si può attingere fino a 820 euro al mese. Ebbene, su mille, i detenuti che arrivano a tanto sono solo un centinaio, la maggioranza preleva piccole cifre, un centinaio infine di loro si limita ad un unico modesto prelievo all’anno. Poi ci sono gli 800 detenuti che non dispongono di nulla”. L’universo della povertà passa attraverso anche la provenienza, il 45% è costituito da stranieri, con rumeni, albanesi e nordafricani ad occupare le prime posizioni.
Il presidente della Caritas diocesana, monsignor Enrico Feroci, aggiunge la parola “amnistia”, un atto urgente e indispensabile. Nella presentazione dell’iniziativa vengono ricordate le parole di Benedetto XVI il 18 dicembre di un anno fa ai detenuti del Nuovo Complesso di Rebibbia. “So che il sovraffollamento e il degrado – ricordò allora il Papa – possono rendere ancora più amara la detenzione”. Rebibbia Nuovo Complesso, l’ha ricordato don Paolo Spriano, dovrebbe ospitare solo 1100 detenuti, invece ha raggiunto quota 1800. Analoga la situazione di Regina Coeli. E ancora ecco i bambini “detenuti” con le loro madri, una ventina al Femminile. Una foto del libro mostra una bambinetta che cammina con la madre nei corridoi con le braccia dietro la schiena. “Poi la madre – ha ricordato Montesi – è stata assolta…”.
Paolo Brogi