Il giorno 27 Dicembre si è svolta presso il Tribunale di Napoli, sesta sezione penale, la requisitoria finale del Pubblico Ministero Maria Cristina Ribera nel processo ‘Carosello Ultimo atto’ che vede contrapposti gli ex allevatori di Acerra della famiglia Cannavacciuolo (parte lesa) agli imprenditori Pellini più altre decine di imputati, tra cui un ex comandante dei carabinieri oggi sospeso dal servizio, accusati di aver sversato per anni rifiuti tossici nelle campagne dell’acerrano con la totale complicità delle forze dell’ordine locali e di alcuni funzionari comunali.
E’ un processo esemplare in quanto segna una svolta in questo tipo di processi. Il PM Ribera ha rimarcato che la prescrizione non è riconoscibile in quanto l’avvelenamento e il disastro ambientale sono tutt’ora in atto. La maggior parte delle conseguenze alla salute le viviamo infatti oggi sulla nostra pelle, con l’acutizzarsi delle malattie gravi che oggi trovano la loro manifestazione e maturazione a quasi un decennio dal reato, dopo che cioè i veleni sono metabolizzati nel ciclo biologico dei nostri territori.
Appassionante l’arringa dell’avvocato di parte civile Giovanni Bianco, che ha ricordato le avversità e le atrocità subite dalla famiglia Cannavacciuolo e quelle che oggi sono costretti a vivere tutti gli acerrani e non solo.
I Cannavacciuolo oggi non sono più soli. In aula erano presenti un centinaio di cittadini, che hanno fatto sentire forte sugli imputati il peso della rabbia che la coscienza civile oggi impone sulle loro teste per i loro gravi atti.
Si tratta di reati provati inoppugnabilmente dalle tante istanze probatorie agli atti del processo.
Il PM Ribera ha chiesto 18 anni di reclusione per ognuno dei Pellini, più svariati anni per gli altri imputati, per un totale che supera i cento anni di reclusione.
Prossima udienza il 24 gennaio, poi si arriverà alla sentenza definitiva in primo grado non oltre fine febbraio.
I COMITATI, LE ASSOCIAZIONI E I CITTADINI TUTTI SARANNO SEMPRE VICINI AI CANNAVACCIUOLO E SONO PRONTI DA OGGI A COSTITUIRSI PARTE CIVILE NEI TANTI PROCESSI IN ATTO CONTRO LE ECOMAFIE.
DA OGGI TUTTI QUESTI PROCESSI SARANNO MOLTO AFFOLLATI. LA GENTE DEVE SAPERE, VUOLE SAPERE, ED UNA CONDANNA ESEMPLARE NEL PROCESSO AI PELLINI FARA’ SICURAMENTE DA APRIPISTA A TUTTA UNA SERIE DI ALTRE CONDANNE CHE SERVIRANNO A RIPORTARE GIUSTIZIA, LEGALITA’, VIVIBILITA’ NEI NOSTRI TERRITORI.
COORDINAMENTO COMITATI FUOCHI
Da notare:
Ex carabiniere. Uno dei fratelli Pellini, Salvatore, è un maresciallo dei carabinieri, sospeso dopo il blitz che portò, tra gli altri, agli arresti di altri due militari dell’Arma, Giuseppe Curcio e Vincenzo Addonisio. Per Curcio, ex comandante della stazione di Acerra all’epoca dei fatti contestati, anche lui sospeso, il pubblico ministero ha chiesto 7 anni di reclusione. 5 anni, invece, per l’appuntato Addonisio. Sono entrambi accusati di aver fatto insabbiare le prime indagini. Chieste condanne, rispettivamente a 5 e a 4 anni di reclusione, anche per due ex dirigenti dell’ufficio tecnico del comune di Acerra, il geometra Pasquale Petrella e l’archietto Amodio Di Nardi, ritenuti responsabili del rilascio di false autorizzazioni per gli impianti di smaltimento.