Il Natale ha il suo antidoto, Consiste in un libretto di 136 pagine intitolato “Il Presepio”. Feroce arringa contro il Natale, il Presepio è opera postuma di Giorgio Manganelli (nella foto) uscita vent’anni fa. Premetto che con Giorgio Manganelli ho dei tratti in comune, quali essere figli di una maestra ed avere avuto un fratello maggiore ingegnere. Lui però era piuttosto più brutto di me, nonché milanese. Detto questo, Manganelli è morto nel 1990 ma due anni dopo è stato pubblicato questo libretto fantastico che dice più o meno:
“Nella città in cui vivo, anzi in tutte le città in cui potrei vivere, sta arrivando il Natale. Alcuni dicono, il Santo Natale. Sebbene la mia vita sia distratta e disorientata, da molti segni, come gli animali, mi accorgo dell’imminenza del Natale.
L’irrequietezza agita i miei simili; una sorta di inedita tristezza che si accompagna ad una smania, una torbida cupezza, una litigiosità capziosa, non di rado violenta, ma soprattutto aspramente angosciosa. Quando il Natale si approssima, l’infelicità si scatena su tutta la terra, invade gli interstizi, ci si sveglia il mattino con quel sentimento, discontinuo durante tutto l’anno, che vivere a questo modo pare intollerabile, forse disonesto, una bestemmia. Strano che abbia scelto questa parola, sostanzialmente pia, per descrivere l’infelicità natalizia. E infatti questo avverto, che a differenza della desolazione che direi privata, attraverso la quale passiamo in vari momenti dell’anno, questa è una tetraggine che ha dell’astronomico, come a dire che gli astri sono coinvolti, e forse la tristezza che suppongo mia in realtà è un affetto che tocca gli estremi dell’universo, e oltre, se si dà un oltre…”.
Lo segnalo dunque per fornire un piccolo manuale di autodifesa in questi giorni impegnativi (basti solo questo aggettivo…) del Santo Natale che qualcuno si spinge perfino a definire magico. Non aveva letto, suppongo, Manganelli.
In subordine vada per La Lega anti Natale di Michael Curtin, per Marcos y Marcos.