Informazioni che faticano a trovare spazio

Undici anni fa la polizia affittò un palazzo all’Anagnina con un contratto miliardario…

Undici anni fa la polizia – cioè il Dipartimento di Pubblica Sicurezza – concludeva un affare contestato da alcuni sindacati di polizia: parlo dell’affitto del palazzo-onda – questo il suo nome comune – subito accanto all’Ikea dell’Anagnina, da destinare alla Dia e ad altre direzioni di polizia. Un palazzo sfitto allora da circa vent’anni, già oggetto di tentativi di corruzione per poterlo affibbiare a qualcuno (il Cotral era stato il precedente bersaglio, vedi nell’articolo riportato a seguire il box  allegato), per di più sospetto di amianto e di norme non rispettate, così  denunciavano alcuni sindacati di polizia.

Il fabbricato veniva poi affittato a una cifra strepitosa – ben 13,7 miliardi di vecchie lire all’anno – su un arco di nove anni, rinnovabili. Visto che la Dia e altre direzioni generali sono tuttora lì se ne deduce che il contratto è probabilmente  stato rinnovato. Per un valore dunque di circa 250 miliardi di vecchie lire, tradotto in euro per circa 125 milioni di euro. Che leasing e che affitto!

Ricordo di aver visitato il sito ancora sfitto e poi di aver scritto alcuni articoli, l’ultimo qualche anno dopo quando nel palazzo suddetto un funzionario della Dia morì dr legionellosi. L’averlo scritto ricordando i fasti pregressi della struttura e il suo costruttore – Renato Bocchi -. mi procurò perfino una querela perché – come scoprii una volta giunto davanti al Pm – il Bocchi sosteneva addirittura di non aver nulla a che fare col palazzo. Lì per lì di fronte al dottor D’Ovidio rimasi più che sorpreso,. potendo solo confermare quanto a me noto e cioè che il palazzo era notoriamente di Bocchi come era universalmente risaputo e come era  ribadito tra l’altro in vari comunicati dei sindacati di polizia intervenuti sulla questione. Tornato al giornale con l’aiuto di un collega dell’economia abbiamo effettuato vasie visure e così non è stato troppo difficile risalire attraverso il consueto giochetto di scatole cinesi dalla Sar-leasiung – titolare del contratto come proprietaria – a Renato Bocchi: bastava infatti fare un percorso a ritroso per un po’ di società ed ecco spuntare finalmente il suo nome. Ricordo di aver stampato tutte queste visure e di averle fatto recapitare tramite l’avvocato del Corriere della Sera al Pm. A prima vista vi si individuava anche la possibilità di contestare qualche reato. In seguito il Pm ha archiviato la querela. Bene. Sussiste però, con un cammino suo autonomo, quella in sede civile. Male. Però funziona così con le querele, è assurdo,  a va così…

Ciò detto e ricordato, fa impressione – se confermate queste cifre sopra indicate, 250 miliardi per 18 anni di affitto – questo contratto stipulato circa undici anni fa. Vedendo ora il contesto degli affari contestati (mi riferisco alle notizie pubblicate oggi su vari giornali) certamente l’affare del palazzo-onda richiederebbe qualche accertamento. Se non altro per la vistosa entità dell’accordo.

Se poi risultasse che tutto è invece in regola, allora non resterà che accettare una situazione che ci può esser sembrata anomala e magari non lo è stata…

Se invece quell’affare rivestisse oltre a un ruolo “strano” anche qualcos’altro, forse scava scava si potrebbe perfino concluderne che è stato un affare-madre, un modulo precursore.  Da parte mia, a questo punto, non posso che auspicare chiarezza.

Riporto qui di seguito uno degli articoli scritti nel 2011 nella cronaca del Corriere:

Superpoliziotti riuniti nel “palazzo-onda”

Tre Direzioni da trasferire. Affitto: 13,7 miliardi l’ anno. In via di Priscilla la Scuola di lotta alla mafia Il palazzo di sette piani e’ abbandonato da anni. Lavori per la sicurezza degli impianti

Superpoliziotti riuniti nel “palazzo-onda” Tre Direzioni da trasferire. Affitto: 13,7 miliardi l’ anno. In via di Priscilla la Scuola di lotta alla mafia “Cosi’ se abbiamo bisogno di uno mobiletto saltiamo la rete e andiamo accanto, all’ Ikea…”. La notizia dell’ imminente e massiccio spostamento di uffici della polizia nel “palazzo-onda” di via Tuscolana, subito oltre il Raccordo, e’ cominciata a circolare poco tempo fa non senza creare scalpore tra i diretti interessati. All’ inizio sono state solo battute, poi e’ venuto il disorientamento. Negli uffici della “Direzione investigativa antimafia”, della “Direzione centrale della polizia criminale” e della “Direzione centrale per i servizi antidroga” – i centri nevralgici che devono essere spostati nella nuova destinazione – l’ idea di ritrovarsi tra poco lontano dal centro della citta’ , dentro un alveare di cemento armato dalla vita travagliata e chiacchierata, sta producendo sconcerto. Anche se l’ unificazione della sede ha lo scopo di rendere il lavoro piu’ veloce e proficuo. Il manufatto di via Tuscolana giace da decenni, in uno stato di eterna attesa di un inquilino. Ora si trova proprio alle spalle del neonato ipermarket dell’ Ikea. Tra l’ Anagnina e la Tuscolana, poco oltre il Gra, il vasto immobile mostra tutti i suoi anni, con l’ inesorabile usura dei laminati prefabbricati che ormai a distanza di decenni dalla costruzione fa affiorare segni scuri lungo la facciata. Ci sono erbacce intorno, in un’ aiuola sul retro ci sono file di pomodori con tanto di canne a tener su le piante. “Sanmarzano” piantati probabilmente dalla famigliola del guardiano. Sopra, con i suoi sette piani dislocati lungo un andamento ad “onda”, incombe il palazzo, stretto stretto in uno spazio chiuso da una rete e dai grandi parcheggi dell’ adiacente Ikea. “Li’ dentro non solo non e’ prevista neanche la mensa – ricordano i diretti interessati – ma non e’ neanche prevista la legge 626 sulla sicurezza degli impianti che dovranno essere messi a norma…”. Intanto il preliminare di locazione tra la societa’ Seri-leasing, rappresentata dal costruttore Renato Bocchi, e il Dipartimento di polizia e’ pronto. Prevede una spesa di 13,7 miliardi all’ anno per un arco di tempo di nove anni a cui potranno seguirne altri nove. Un affare dunque di circa 250 miliardi che dovrebbe portare nel lontano sito uffici importanti, a partire dalla Dia. Nell’ attuale struttura occupata attualmente dalla Dia, in via di Priscilla nel quartiere Trieste, dovrebbe invece subentrare una “scuola internazionale di lotta alla mafia”. A dirigere la nuova struttura, secondo indiscrezioni, anche un candidato di spicco: l’ attuale capo della polizia Gianni De Gennaro. Paolo Brogi

LA STORIA Per quell’ immobile occupazioni e arresti Il “palazzo-onda” vanta alcuni precedenti degni di nota. Una mattinata, visto che era li’ , vuoto, da molti anni, fu invaso da un comitato di lotta per la casa. Gli occupanti scavalcarono il recinto ed entrarono, per richiamare l’ attenzione sullo stato di abbandono e la ricerca di spazi sociali. L’ occupazione duro’ poche ore, poi venne lo sgombero della polizia. E il palazzo torno’ ad aspettare un inquilino. Per il “palazzo-onda”, in passato c’ e’ chi e’ finito in carcere. Accadde nel ‘ 93 per una storia di tangenti. Nel gennaio di quell’ anno Tullio De Felice, fino a poco tempo prima presidente dell’ Acotral, l’ azienda di trasporti extraurbani della capitale, fu arrestato sotto l’ accusa di aver intascato una tangente di 2 miliardi. La tangente doveva servire, secondo l’ accusa, ad oliare la vendita del palazzo all’ azienda di trasporti. Il prezzo dell’ immobile era stato fissato allora in 90 miliardi. Poi pero’ il consiglio di amministrazione dell’ Acotral stoppo’ l’ affare. Per Domenico Barilla’ , presidente del Consorzio regionale trasporti, si trattava di una cifra troppo alta. Fra i due presidenti “volarono scintille”. Ma alla fine il palazzo resto’ invenduto.

Brogi Paolo

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