Informazioni che faticano a trovare spazio

Riccardo Mannelli

La giovane donna ha in realtà 23 anni. Così mi dice Riccardo Mannelli. Ma è come se lui la vedesse abbastanza più “dentro”, un po’ oltre, ignuda ma un po’ di più. E’ una galleria di corpi di donne, corpi emaciati, organi un po’ cadenti, un’intimità piuttosto scabrosa quella di Riccardo Mannelli che – frutto di un’estate evidentemente laboriosa quanto inquieta – ora è finita sulle pareti della  galleria Tricromia di Chiara Rapaccini a via di Panico 35 a Roma (da oggi al 10 dicembre).

Riscrivo l’inizio: c’erano una trentina di anni alcuni giovani talenti della matita, che furono resi celebri dal Male e da Frigidaire che li ebbero come collaboratori. Eccellevano nei ritratti Liberatore e Mannelli, ma anche Zaccagnini che si firmava Zac e poi ha smesso. Ce n’erano anche altri ma gli illustratori più bravi erano loro. Pazienza era di un altro giro, lo stesso si può dire di tanti altri.

Mannelli dunque, vecchio pistoiese ormai ultracinquantenne (diciamo quasi sessantenne), ne ha fatta di strada. Non ditegli delle donne (socialiste), risponde che gli costarono il posto di lavoro.

Le donne qui non hanno colori politici, non sono neanche quelle di 1984 che erano del Nicaragua (altro album  titolato appunto “1984”), sono donne – anzi è quasi solo un’unica donna – che richiamano un po’ i tratti e le slabbrature di Egon Schiele. Bravo Mannelli, alla prossima.

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