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Pablo Herreros, Mediaset ritira la querela

DIETROFRONT Mediaset. Il gruppo fondato da Berlusconi oggi ha ritirato – ha fatto sapere Stefano Corradino, direttore di Articolo 21 – la denuncia sporta contro il blogger spagnolo Pablo Herreros dopo la mobilitazione svoltasi su Change.org che ha portato alla raccolta di migliaia di firme. Il giornalista spagnolo era rimasto scosso dalla trasmissione La Noria, che nel novembre 2011 aveva pagato 10mila euro per intervistare la madre di uno degli imputati dell’assassinio di Marta Del Castillo, 17enne sivigliana uccisa da un ex fidanzato e un amico, e il cui corpo non è mai stato ritrovato.

Il blogger Pablo Herreros aveva quindi lanciato un appello su www.change.org affinché gli inserzionisti, cioè gli sponsor del programma, si ritirassero per non essere confusi con una trasmissione “che paga gli assassini per intervistarli”. All’appello – rilanciato in Italia da Articolo 21 – hanno aderito decine di migliaia di persone in poche ore, tanto da convincere alcuni dei più grandi marchi presenti in Spagna a ritirare i propri spot. Poche settimane dopo il programma è stato chiuso.

La reazione di Telecinco è stata durissima: la denuncia di Pablo Herreros con la richiesta di 3,7 milioni di euro di risarcimento e 3 anni di carcere per il blogger, accusandolo di minacce agli inserzionisti e  oercizione. Poi l’annuncio di oggi.

La petizione – Lunedì, il direttore di Articolo 21 Stefano Corradino aveva iniziato la petizione #siamotuttipablo per chiedere a Mediaset di ritirare la denuncia contro Pablo Herreros, raggiungendo in soli due giorni più di 8.000 firme di appoggio. Oggi la notizia che Mediaset ritira la denuncia.

“È una vittoria per la società civile spagnola ma che coinvolge anche il nostro Paese – ha dichiarato Stefano Corradino in una nota – perché riguarda la società Mediaset di Berlusconi, perché riguarda il bavaglio all’informazione che in molti anche in Italia vorrebbero applicare ai cronisti, e perché se circa 9mila persone in 24 ore hanno firmato l’appello su Change. org vuol dire che c’è un’opinione pubblica italiana che ha a cuore la libertà di espressione. Se in Italia il servizio d’ordine mediatico di Berlusconi – conclude la nota – chiede che Sallusti non vada in carcere, quantomeno per coerenza dovrebbe rifiutare la galera anche per il collega spagnolo”.

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