Rioccupato l’Angelo Mai. Con un messaggio postato sulla loro pagina web alle 23,59 di giovedì 18 ottobre quelli dell’ “Angelo Mai altrove” sono tornati nei locali sulla Colombo (via Caracalla 55A) in cui un mese fa la polizia municipale aveva chiuso l’osteria, considerata dagli occupanti l’unico ente produttore a sostegno delle attività di spettacolo promosse. Ora citano Pasolini e le azioni che fanno scandalo per ricordare che in tutti questi anni di attività, prima di essere costretti a interrompere l’attività, all’Angelo Mai hanno prodotto 62 spettacoli, 198 concerti, 34 performance, 23 laboratori. Lo spazio a Caracalla è quello in cui gli occupanti si erano spostati nel 2006 dalla sede iniziale di via degli Zingari, a Monti, a suo tempo destinata dal comune alla scuola media Visconti.
“Siamo quelli che pensano che liberare i luoghi e renderli centri di produzione sia un diritto – spiegano ancora gli occupanti dell’Angelo Mai -. Siamo quelli che pensano che l’Angelo Mai non possa essere paragonato a un locale abusivo. Siamo quelli che hanno trasformato uno scheletro, una capanna, senza pavimento, senza porte né finestre in un teatro nel cuore della città. Siamo quelli che hanno ristrutturato quel luogo, l’hanno rivestito in legno, con tanto di trattamento ignifugo previsto dalla normativa europea. Siamo quelli che hanno dotato quel teatro di un impianto elettrico a norma e di attrezzature paragonabili a quelle di molti luoghi “istituzionali”. Una delle ultime iniziative intraprese è stata la mostra fotografica dell’americano David Fenton.
Paolo Brogi