Mario Monti al Ghetto, ieri. Contro il negazionismo. Contro l’antisemitismo. “Non vi lasceremo soli”, ha detto a un certo punto rivolto alla comunità ebraica. Ma poi ha voluto anche dire dell’ostilità diffusa contro i rom, ricordando il loro genocidio dimenticato. L’ha detto in un passaggio in cui Monti rivendicava l’inclusione contro lo chiusure, lo ha fatto in un ambito non solo nazionale ma europeo. E alla fine ha voluto ribadire tutti questi concetti citando i due ministri che gli erano alle spalle, Barca e Riccardi, ministri per l’integrazione e per la coesione.
Tutto questo di fronte ad Alemanno inguainato nella sua fascia tricolore di sindaco che chissà cosa avrà rimuginato dentro di sé. L’Alemanno attaccato poco tempo fa proprio dal volontariato cattolico, Caritas e comunità di Sant’Egidio in primo luogo, che hanno duramente condannato il suo intervento più che brutale sul campo rom di Tor de Cenci, raso al suolo dalle ruspe all’ora in cui i bambini rom dovevano andare a scuola.
Ieri al Portico d’Ottavia è stato più volte ricordato Shlomo Venezia, scomparso da pochi giorni. In piazza con i figli anche Marika, la vedova, molto commossa. Sul palco due sopravvissuti alla Deportazione del 16 ottobre, Enzo Camerino e Lello Di Segni. Con loro anche Piero Terracina, Mario Limentani e Alberto Mieli.
Foto di Andrea Brogi