Si conclude oggi la sottoscrizione per l’appello per l’equo compenso ai giornalisti precari (qui sotto l’appello). La sottoscrizione sul sito Articolo 21 (http://www.articolo21.org/). Martedì 9 ottobre le firme saranno consegnate in Parlamento. Basta con questa situazione che costringe giovani giornalisti a livelli infimi di compenso (il risvolto della medaglia è che questa condizione materiale comporta un’assenza di autonomia reale nei confronti di chi richiede gli articoli, direttori, capidesk ecc determinando livelli di informazione sempre più bassi).
Ecco l’appello:
Oggi in Italia più della metà dei giornalisti non ha un contratto di assunzione stabile, non ha prospettive, non ha tutele!
Oggi in Italia, migliaia di giornalisti freelance sono costretti a lavorare solo nominalmente come liberi professionisti. Nella maggior parte dei casi ricevono compensi irrisori, anche 2-5 euro a pezzo, definiti in maniera unilaterale e insindacabile dagli editori e spesso corrisposti con notevole ritardo (6-9-12 mesi)!
La situazione è così grave che secondo recenti ricerche effettuate sui dati ufficiali dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) il 75% dei freelance guadagna in media meno di 10.000 euro lordi l’anno, e il 62% meno di 5.000!
Per queste ragioni oggi in Italia è necessario approvare una legge che impedisca lo sfruttamento di professionisti che con il loro lavoro contribuiscono a garantire il diritto, costituzionalmente sancito, all’informazione!
La Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi invita i Parlamentari a sostenere il percorso di approvazione, entro la legislatura, di una legge sull’equo compenso che:
– tuteli e garantisca il rispetto dei diritti costituzionali del lavoro anche per i giornalisti, in primis l’articolo 36 della Costituzione
– che definisca una soglia di dignità secondo il principio per cui un giornalista lavoratore autonomo o precarizzato, che sopporta tutti i costi di lavoro, deve essere pagato di più di uno assunto e non dimeno
– che corregga un’ingiustizia sociale che autorizza tacitamente lo sfruttamento di lavoratori senza tutele
– che preveda meccanismi sanzionatori per chi utilizza fondi pubblici e non è in regola con le norme che definiscono i rapporti di lavoro
– che consenta anche ai giornalisti attualmente precarizzati di poter avere un futuro pensionistico dignitoso
– che preveda ammortizzatori sociali per i giornalisti freelance, oggi senza tutele
– che imponga il rispetto di tempi di pagamento ragionevoli sulla base delle norme già sottoscritte dagli editori con il sindacato dei giornalisti e stabiliti dalle stesse norme europee.
(Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, 17 settembre 2012)