Nei giorni scorsi in Senato è stata sostanzialmente bocciata la legge sulla tortura. Pdl, Udc e Lega ( anche l’ex prefetto Serra) con il silenzio assordante del governo tecnico, hanno bloccato tutto e rinviato il testo in Commissione, così decretandone la morte sicura. È l’ennesimo tassello di un mosaico tragico e farsesco che ci allontana irrimediabilmente dalla comunità internazionale democratica. Altro che spread. Tutti quelli che votano contro, si astengono, nicchiano, fanno melina, rispetto alla introduzione del delitto di tortura nel codice penale italiano li ritengo individualmente responsabili di tutti i crimini di tortura avvenuti o che avverranno nel territorio italico. Ricordo che il tribunale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia nel caso Furundzija nel 1998, proprio partendo dalla considerazione che la proibizione della tortura sia norma cogente nel diritto internazionale, è giunto a sostenere una responsabilità dello Stato nel caso di mancato adeguamento interno agli obblighi punitivi internazionalmente imposti. Lo Stato Italiano è quindi responsabile di ciascun episodio di tortura. La mancata codificazione del delitto è un messaggio devastante indirizzato alle forze dell’ordine. E’ un messaggio di illegalità, di impunità, di indifferenza al sistema dei diritti umani e all’ordinamento internazionale.
Un inno fascista così recitava: Noi tireremo dritto, faremo sempre quanto il Duce ebbe scritto…Già che la Lega delle Nazioni vuol regalarci le sanzioni, già che la Lega contro noi si ostina, sopporteremo con disciplina cantando allegramente una canzon. Noi tireremo dritto, l’amor di Patria non fu mai delitto, se il fante in guerra va senza paura, chi resta a casa stringa la cintura, anche il digiuno in questo caso per salutar…”. Vecchia tradizione italiana quella di fregarsene degli altri.
Patrizio Gonnella