Renato Nicolini. Una volta mi disse: “Corviale? Svuotiamolo e mettiamoci solo studenti…”.
L’idea mi sembrò più che ardita, apprezzabile. Perché Nicolini era un uomo di idee.
Non sempre ci sono idee in giro.
Renato ha dimostrato di averne. Eccome.
Il tunnel accanto al Palazzo delle Esposizioni. Ricordo che mi disse: “Sai, nel 1945 il primo sindaco di Roma libera, Doria Pamphili, si ritrovò con Roma senza energia elettrica e con gli sfollati, i senza casa di allora, che si erano sistemati in quel buco nero sotto il Quirinale. Mica erano tanti anni fa, era solo il ’45…”.
Ebbene, in quel buco nero Renato concepì durante il suo illustre mandato di assessore alla cultura della giunta Petroselli il più straordinario Capodanno che si potesse immaginare.
Ora, prima o poi, dovevamo fare qualcosa su Luigi Pianciani, il primo sindaco di Roma postunitaria. L’idea di Pianciani così garibaldino e laico gli piaceva molto, lo hanno capito la sera di dicembre al Teatro Colosseo 9i duecento spettatori quando nella serata per “La lunga notte de i Mille” hanno applaudito Renato nella lettura più bella e sentita, quella appunto su Pianciani.
Poi ci ha regalato con Marilù Prati e Ugo Gregoretti una grande serata postrisorgimenmtale al Quirino, lui era il Mito. Ed era già piuttosto ammalato.
C’è stato su Facebook un movimento pervicace di sostenitori che lo rivolevano amministratore. Vogliamo Nicolini alla cultura. Di questi tempi è stato un grande grido di protesta.
Grazie Renato, per tutto quello che hai sempre fatto.