Apprendo stasera della morte di Vincenzo Guerrazzi. E pubblico questo ricordo dal sito del Comune di Genova.
Vincenzo Guerrazzi, operaio scrittore, aveva raccontato l’alienazione in fabbrica e l’orgoglio di essere operai.
Quante volte allora, negli anni ’70, se ne è discusso con lui. Ricordo la sua voce e poi la sua decisione di diventare scrittore a tempo pieno. Un autodidatta, un operaio, uno scrittore.
E’ scomparso Vincenzo Guerrazzi
pittore e “scrittore operaio”
Aveva 72 anni, calabrese di origini viveva a Genova fin da bambino ed ha lasciato una traccia importante nella letteratura e nell’arte italiane. Si era imposto negli anni Settanta con “Nord e Sud uniti nella lotta”. La cremazione domani pomeriggio a Staglieno
GIANFRANCO SANSALONE
Con il romanzo “Nord e Sud uniti nella lotta“, scritto nel 1975 e dedicato al lungo viaggio in nave degli operai genovesi compiuto nell’ottobre del ’72 anni prima per manifestare contro i “boia chi molla” fascisti di Reggio Calabria che avevano messo a ferro e fuoco la città per “Reggio capoluogo”, aveva consacrato la sua fama di scrittore operaio, e con dipinti come l’Eurocomunismo, Il mangiatore d’anguria, I funerali laici, Le maschere, La sviolinata quella di pittore “politico” sarcastico, pungente e spinoso come il suo carattere. Vincenzo Guerrazzi, uno
dei più noti scrittori italiani, calabrese di origine ma residente a Genova fin da bambino, è scomparso stanotte, a 72 anni, dopo una lunga malattia all’ospedale Galliera. Lascia la moglie Maria Luisa e la figlia Marika, architetto a Parigi.
Nato a Mammola l’8 novembre 1940, figlio di uno dei martiri della Benedicta, viene assunto ancora ragazzo all’Ansaldo, Meccanica Varia, dove rimane a fare l’operaio per 18 anni, finché nel 1975 si licenzia per dedicarsi a tempo pieno alla scittura e alla pittura.
Al suo attivo 13 libri pubblicati dai maggiori editori italiani e circa un migliaio di dipinti che lui stesso aveva catalogato in 16 temi (ambiente, ballerine, cavalli, cultura, fabbrica, famiglia, feste, luci mediterranee, millennio, nudi, politica, raccoglitrici di olive, religione, ritratti, sociale, tonnare) una parte dei quali sono visibili sul suo sito. E’ proprio il sito web, oggi, che di questo artista rappresenta una vera e propria galleria che ripropone una vita passata in prima linea su più fronti: quello della scrittura (con romanzi, inchieste, racconti), della pittura (con i suoi quadri realizzati con tecnica raffinatissima e con una capacità rara di salti di stile che lo hanno fatto oggetto di attenzione per decenni di cristici e studiosi d’arte; oltre che di numerosi collezionisti; suo è il quadro scelto nel 1992 dalla Città di Genova per rappresentare ufficialmente il 500° anniversario della scoperta dell’America), della scelta della “non appartenenza” politica per essere libero di esprimersi sempre e comunque in piena autonomia, come dimostra la ricca rassegna stampa che si può consultare online.
Famose le sue “inchieste” alle quali settimanali come l’Espresso negli anni Settanta dedicava copertine su copertine e speciali di oltre dieci pagine. Altrettanto famose le sue decisioni di non vendere – nonostante offerte spesso molto allettanti – i suoi quadri ai personaggi che raffigurava, e che nella sua visione vedeva di volta in volta come elementi negativi di un mondo che andava in rovina oppure comunque come rappresentazione della sua perenne contestazione di un sistema che non riusciva ad accettare perché basato sullo sfruttamento dei più deboli.
Ciò nonostante, ha lasciato una produzione ricchissima anche di ritratti, di paesaggi e di ambienti dedicati al lavoro (anche nella terra, alla quale era molto legato e nella quale vedeva spesso la Calabria, soprattutto quando dipingeva gli ulivi), alla vita delle persone.
Artista eclettico e grande polemista (famosi i suoi dissidi con Renato Guttuso e Umberto Eco), nei suoi libri ha raccontato soprattutto il mondo del lavoro, ma è anche stato cronista del suo tempo, capace di cogliere il cambiamento e lo spirito dell’uomo visto nei suoi difetti soprattutto quando occupa posti di potere. Il suo ambiente la fabbrica, la sua ispirazione, spesso, le macchine che rappresentano uno strumento di potere, oltre che di alienazione.
I suoi lavori fanno parte del patrimonio delle biblioteche universitarie di numerosi Paesi dei mondo, e diversi docenti (dall’America, dal Giappone) erano in contatto con lui per i loro studi di italianistica condotti sui suoi libri. Come il suo lavoro è citato nelle maggiori opere sulla storia della letteratura italiana, dove risalta per il suo stile, il suo linguaggio, l’impegno civile.
Aveva esordito con “Vita operaia in fabbrica: l’alienazione“, nel 1972, cui era seguito “Le ferie di un operaio“, con l’introduzione di Goffredo Fofi (Savelli, 1974; ristampato da Ilisso-Rubbettino nel 2006); quindi “Nord e Sud uniti nella lotta” (Marsilio, 1975 e “Fratelli Frilli”, 2003) e le tre provocatorie “inchieste operaie” che avevano suscitato molte polemiche destando a lungo l’attenzione della stampa nazionale “L’altra cultura” (Marsilio, 1974), “I dirigenti” (Mazzotta, 1976) e “Gli intelligenti” (Marotta, 1978); “La fabbrica del sogno” (Coop scrittori, 1977), “La fabbrica dei pazzi” (Newton Compton (1979), “La festa dell’Unità” (Rizzoli, 1982), “Quel maledetto giorno” (Pellegrini, 2001), “L’aiutante di s.b. presidente operaio” (Mursia, 2007). L’ultimo suo romanzo, scritto con il giornalista Stefano Bigazzi, “Il compagno sbagliato“, è uscito nel 2007 per Mursia. Nel 2010, con l’editore Simonelli aveva pubblicato l’e-book “I primi della classe“. Guerrazzi aveva scritto anche moltissimi racconti su giornali e riviste, molti dei quali erano stati raccolti.
Decine le mostre che gli erano state dedicate in Italia e all’estero.
Gli amici possono salutare lo scrittore all’obitorio del Galliera domani, sabato. L’onoranza funebre si terrà alle 15, quindi il corpo verrà traslato al cimiterio di Staglieno per la cremazione.
Genova, 22 giugno 2012