Informazioni che faticano a trovare spazio

Processo Rostagno: un capitano dei Cc che non si presenta e ciò che disse (o non disse) al giudice Lombardi

Dal Foglio questa nota di Adriano Sofri:

Seguo meglio che posso le notizie di Trapani, dove si tiene stancamente il processo per l’assassinio di Mauro Rostagno. Tre giorni fa avrebbe dovuto essere ascoltato di nuovo il capitano dei carabinieri Dell’Anna, che nel 1992 aveva consegnato al pm di Trapani un rapporto in cui riferiva di aver conferito a Milano con il giudice Lombardi, già istruttore nel processo Calabresi, il quale gli avrebbe detto che Mauro Rostagno era stato ucciso per impedirgli di parlare contro i suoi compagni nell’indagine su Calabresi, che lui Lombardi era certo della responsabilità nostra, e che disponeva di una fonte confidenziale. Quando, nel 1996, quell’infame rapporto emerse dalle carte dell’istruttoria trapanese, Lombardi smentì con veemenza tutto il resoconto dell’ufficiale dei carabinieri, accusandolo di averlo inventato di sana pianta. Denunciai ambedue: denuncia archiviata sia a Trapani che a Brescia – competente per il giudice. Se si fosse accertata vera la smentita di Lombardi, era provata la fabbricazione di un documento falso e calunnioso da parte di un ufficiale dell’Arma. Se si fosse accertato vero il racconto dell’ufficiale, era provato che il giudice istruttore Lombardi, negandolo pubblicamente, si era fatto guidare da un pregiudizio falso e gravissimo, aveva accreditato fonti confidenziali “non ostensibili” e sottratte a ogni verifica processuale, e aveva infine mentito sconfessando il rapporto del capitano. Nel 2000, a Venezia, i giudici della revisione conclusero scrivendo: “Se, nell’oscuro contesto dell’epoca (sic!) il dottor Lombardi ha ricollegato i delitti Rostagno e Calabresi, ha fatto uso nulla più che del suo potere/dovere. Perché, poi, il Lombardi abbia ritenuto di smentire il contenuto del colloquio col capitano Dell’Anna è fatto che riguarda lui solo e potrebbe essere stato determinato dalle più svariate ragioni di opportunità”. Così i giudici della revisione smentivano il giudice Lombardi che aveva smentito il capitano Dell’Anna, e dichiaravano che questi non erano fatti miei. Tre giorni fa, il capitano ha fatto sapere alla corte trapanese di essere impossibilitato a presentarsi: sarà per un’altra volta. In compenso ieri il vigente sindaco di Trapani, già generale dei carabinieri, è andato in una scuola e ha detto che non bisogna parlare di mafia, perché le si dà troppa importanza e si spaventano i giovani. Bisogna parlare, ha detto, dei prodotti tipici locali. Qualche alunno si sarà chiesto se la mafia non sia un prodotto tipico locale, e anche quel sindaco. Che è già un passo avanti perché, come ricordano le cronache, un suo predecessore si rese emerito nel 1985 proclamando che “la mafia non esiste”. Un paio di giorni prima il sindaco leghista di Ponteranica, Bergamo, aveva deliberato di togliere il nome di Peppino Impastato alla locale biblioteca. Non passa giorno senza qualche notizia di quelle che fanno sentire la mancanza del telegiornale di Mauro Rostagno.

© – FOGLIO QUOTIDIANO

di Adriano Sofri

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