Un rogo notturno ha completamente distrutto all’alba di martedì 26 giugno il centro sociale del Lamaro, a Cinecittà, “Corto circuito”. L’incendio si è sviluppato intorno alle 5,40, e ad avvistarlo è stato un pastore che ha dato immediatamente l’allarme. “Secondo i vigili del fuoco – spiega il consigliere comunale Andrea Alzetta, legato all’area dei centri sociali e accorso subito sul posto – l’incendio si sarebbe sviluppato dal quadro elettrico, insomma si tratterebbe stavolta di una probabile causa accidentale”.
“Due le squadre dei vigili del fuoco intervenute – dice Sandro Medici, presidente del X Municipio – nella relazione fatta dalla prima il riferimento è al quadro elettrico della cucina. Come municipio comunque ci prendiamo da subito l’impegno a ricostruire il centro sociale, mettendo a disposizione per i primi interventi le nostre cooperative”.
Un rogo accidentale che ha subito richiamato alla memoria l’attentato incendiario del 1991 in cvui morì il giovane diciannovenne Auro Bruni. Le scritte fasciste e qualche svastica comparse nei giorni scorsi all’esterno del centro sociale hanno fatto infatti temere la ripetizione del rogo di allora, il 19 maggio del 1991, quando il centro sociale di Cinecittà fu oggetto di un attentato incendiario in cui perse un giovane eritreo rimasto a dormire dentro. Auro Bruni fu trovato morto dai soccorritori. Sul suo corpo, così denunciarono allora i rappresentanti del Corto circuito, sarebbero stati poi riscontrati anche segni di colpi contundenti. Nei giorni successivi, con una telefonata al Tg3, l’attentato fu rivendicato da una sigla sconosciuta, “Disoccupati italiani nazionalisti”.
Paolo Brogi