Siamo nel 2006. I geologi della Sapienza scrivono che ci sono scorrimenti della tettonica padana, epicentro è Mirandola. Dunque un terremoto annunciato. Detto questo, che cosa è stato fatto dopo l’allarme dei ricercatori scientifici? A parte costruire capannoni che sono venuti giù come castelli di carta quali altri provvedimenti hanno interessato la popolazione?
Il link di questo documento (slab vuol dire “lastra”) è
http://www.dst.uniroma1.it/sciterra/sezioni/doglioni/Publ_download/Scrocca%20et%20alii.pdf
Rend. Soc. Geol. It., 2 (2006), Nuova Serie, 00-00, 2 ff.
Arretramento dello slab adriatico e tettonica compressiva attiva nell’Appennino centro-settentrionale
DAVIDE SCROCCA (*), EUGENIO CARMINATI (**), CARLO DOGLIONI (**) & DAIANA MARCANTONI (**)
Abstract
Slab retreat and active shortening along the central-northern
Apennines.
The interpretation of CROP seismic profiles, integrated with the
analysis of the available geophysical and geological data (SCROCCA,
2006), reveals that the south-eastward prolongation of the Apennines
thrust front in the Adriatic Sea is most likely located on the northeastern
side of the Mid-Adriatic Ridge (fig. 1), partly reactivating
pre-existing inversion structures.
Active shortening associated with the Apennines front in the Po
Plain and in the central Adriatic Sea (north of the Tremiti lineament)
is documented by GPS data and instrumental seismicity
(CHIARABBA et alii, 2005). Moreover, available focal mechanisms and
other present-day stress data indicate a compressive stress field
(MONTONE et alii, 2004). Salients and recesses of the thrust front are
accommodated by transfer zones with strike-slip or transpressional
components all along the buried frontal part of the belt. Rates of tectonic
uplift have been evaluated for one of the active thrust-related
fold (Mirandola structure) recognised in the Po Plain subsurface by
analysing and correcting for compaction high resolution stratigraphic
data that describe the middle Pleistocene to recent evolution
of this fold. The resulting rates of tectonic uplift decrease during the
Quaternary. However, a tectonic uplift rate of about 0.16 mm/a can
still be recognised during the last 125 ka. Uplift rates are one or two
orders of magnitude slower than horizontal velocity in all tectonic
settings worldwide. Therefore a shortening faster than 1 mm/a
should be expected. The Quaternary eustatic low-stand has generated
a large increase of sediment supply into the basin that determines
1) an apparent decrease of thrust activity versus sedimentary
thickness, and 2) a larger load generated by Pleistocene sediments
increasing the vertical stress and making the Mohr circle smaller,
i.e., stabilizing thrusting in compressional settings.
The distribution of the Quaternary deposits (BARTOLINI et alii,
1996) and of the SW- or W-ward increasing dip of the foreland monocline
in the Po Plain and in the central-northern Adriatic Sea
strongly suggests a Quaternary-Present flexural retreat of the subducting
lithosphere in these domains (fig. 2). As a consequence, a
significant part of the long term natural component of the subsidence
of Venice (about 0.7-1.0 mm/a) has been related to the northeastward
retreat of the Adriatic subduction (CARMINATI et alii, 2003).
These evidences suggest that the flexural retreat of the subducting
Adriatic lithosphere and the related frontal accretion of the
Apennines prism are still active processes in both the Po Plain and
the Adriatic domain (north of the Tremiti lineament).
L’interpretazione della linea sismica a riflessione
CROP M-15 e la rielaborazione dei dati geologici e geofisici
disponibili (SCROCCA, 2006) indicano che la prosecuzione
del fronte della catena Appenninica verso sud-est,
nel settore adriatico, può essere tracciata sul lato nordorientale
della «Dorsale medio-Adriatica» (fig. 1), riattivando
in parte strutture pre-esistenti.
I dati GPS e la sismicità strumentale (CHIARABBA et
alii, 2005) testimoniano chiaramente l’attività tettonica
recente dovuta a sovrascorrimenti associati al fronte Appenninico
nella Pianura Padana e nel Mar Adriatico centro
settentrionale (a nord del lineamento delle Tremiti). I
meccanismi focali disponibili e altri indicatori del campo
di stress attivo mettono in evidenza la presenza di un
campo di stress compressivo (MONTONE et alii, 2004). Salienti
e recessi del fronte sono accomodati da zone di trasferimento
con componenti traspressive o trascorrenti
lungo tutta la parte frontale sepolta del prisma d’accrezione
Appenninico.
I tassi di sollevamento tettonico di una delle thrust-related
fold attive riconosciute nel sottosuolo della Pianura
Padana (struttura di Mirandola, alle propaggini più occidentali
della Dorsale Ferrarese) sono stati ricostruiti analizzando
e decompattando progressivamente dati stratigrafici
di dettaglio che coprono l’intervallo Pleistocene
medio-attuale. Sebbene i tassi di sollevamento tettonico
decrescano nel corso del Pleistocene, un sollevamento di
circa 0.16 mm/a è ancora riconoscibile nell’intervallo che
copre gli ultimi 125 ka. I tassi di sollevamento sono generalmente
uno o due ordini di grandezza più piccoli dei
corrispondenti tassi orizzontali in tutti i contesti tettonici.
Di conseguenza, per la struttura analizzata sono ipotizzabili
tassi di raccorciamento di almeno 1 mm/a. Il lowstand
quaternario ha causato un significativo aumento
dell’apporto sedimentario nel bacino padano che ha determinato:
1) un’apparente diminuzione del rapporto tra
attività tettonica dei sovrascorrimenti e spessori sedimentari
e 2) un incremento dello stress verticale, dovuto al
maggiore carico generato dai sedimenti pleistocenici, che
riducendo le dimensioni del cerchio di Mohr può aver
contribuito a stabilizzare l’attività tettonica dei sovrascorrimenti
attivi.
La distribuzione dei depositi del Quaternario e il
progressivo incremento della pendenza della monoclinale
regionale verso SW nel settore padano e nell’adriatico
centro-settentrionale (BARTOLINI et alii, 1996) può
essere interpretata come l’effetto dell’arretramento flessurale
della litosfera adriatica in subduzione al di sotto
della catena Appenninica nello stesso intervallo temporale
(fig. 2). Tale fenomeno giustificherebbe la componente
naturale della subsidenza di lungo periodo che
interessa in particolare la pianura padana (CARMINATI
et alii, 2003), stimata in circa 0.7-1.0 mm/a nella zona di
Venezia.
L’insieme delle evidenze descritte suggerisce che sia
l’arretramento flessurale della litosfera Adriatica in sub-
duzione sia i relativi processi di accrezione frontale
dell’Appennino possono essere considerati fenomeni attivi
almeno lungo la fascia che include la Pianura Padana
e il dominio adriatico (a nord del lineamento delle
Tremiti).
BIBLIOGRAFIA
BARTOLINI C., CAPUTO R. & PIERI M. (1996) – Pliocene-Quaternary
sedimentation in the Northern Apennine foredeep and related
denudation. Geol. Mag., 133, 255-273.
CARMINATI E., DOGLIONI C. & SCROCCA, D. (2003) – Apennines subduction-
related subsidence of Venice (Italy). Geophys. Res. Lett.,
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CHIARABBA C., COVANE L. & DI STEFANO R. (2005) – A new view of
Italian seismicity using 20 years of instrumental recordings.
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MONTONE P., MARIUCCI M.T., PONDRELLI S. & AMATO A. (2004) – An improved
stress map for Italy and surrounding regions (central Mediterranean).
J. Geophys. Res., 109, B10410, doi:10.1029/2003JB002703.
SCROCCA D. (2006) – Thrust front segmentation induced by differential
slab retreat in the Apennines (Italy). Terra Nova, in press.