La ragazza di Bube. Alzi la mano chi sa ancora qualcosa di Carlo Cassola e di quel libro, poi film con Comencini. Con un cast che annoverava George Chakiris, reso già celebre da West Side Story, e la splendida Claudia Cardinale, ancora ragazza non trasferita a destra (tramite Squitieri…).
Cassola riposa a Montecarlo (a Lucca), ora l’ha raggiunto anche la vera Nada che aveva ispirato quel racconto sull’amore per un partigiano costretto a esiliarsi e poi a finire in carcere. Un partigiano di Volterra, entroterra pisano. E’ morta Nada Giorni, la vera ragazza di Bube. Una storia molto vera e molto bella. Con una donna che è fedele al suoi amore costi quel cvhe costi. Brava Nada. Ecco l’articolo del corriere fiorentino.
Il lutto
Addio, «ragazza di Bube»
E’ morta a 85 anni, Nada Giorgi, la ragazzina di Pontassieve che, innamorata di «Bube», partigiano ribelle ispirò prima Carlo Cassola e poi Luigi Comencin
Addio, «ragazza di Bube». Addio, splendida signora di 85 anni dallo sguardo pieno di orgoglio e di sfida. Addio, fiorentina di Pontassieve che rischiava la vita per proteggere e dare asilo ai partigiani feriti. Nada Giorgi, la ragazzina che, innamorata di «Bube», partigiano ribelle di Volterra, ispirò prima Carlo Cassola col celebre romanzo vincitore del Premio Strega nel 1960, e poi Luigi Comencini con il film «La ragazza di Bube», è morta oggi all’età di 85 anni per una polmonite e un’insufficienza renale, all’ospedale di Ponte a Niccheri, a Firenze. Nada Giorgi viveva a San Francesco di Pelago dove nel pomeriggio sarà allestita la camera ardente.
IL VERO «BUBE» – Nada, non Mara, innamorata di Baffo, non Bube. Per tutta la vita la Giorgi si è impegnata per rendere giustizia al marito Renato Ciandri, (il suo vero «Bube») accusato ingiustamente, secondo lei, di omicidio per la vicenda della Madonna del Sasso, nei pressi di Firenze, in cui due carabinieri, nel 1945, vennero disarmati e uccisi dalla folla e per la quale fu accusato lo stesso Ciandri. Nel 2006 è uscito «Nada, la ragazza di Bube» di Massimo Biagioni, edito da Polistampa, che raccoglie la testimonianza diretta di Nada Giorgi e documenti e foto inedite. Nel libro, Nada ristabilisce la sua verità diversa da quella del romanzo.
E LA SUA INNOCENZA – Nada ha sempre professato l’innocenza di suo marito condannato per duplice omicidio, poi arrestato in Francia e riportato in Italia dove scontò la condanna. Quando Sandri uscì di prigione lo sposò e con lui ebbe un figlio, oggi cinquantenne. «Se n’è andata la ragazza di Bube, ma resteranno sempre con noi il suo coraggio e l’amore per la libertà e per la verità»: la ricorda così il segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini sottolineando che lo legava «all’amica Nada un profondo sentimento di affetto e di stima reciproca». «Ha difeso con tutta se stessa la figura di Bube, ristabilendo una verità storica che il romanzo di Cassola aveva tradito», ha detto Nencini ricordando la testimonianza della Giorgi raccolta nel libro di Massimo Biagioni. «La sua vicenda personale – ha concluso Nencini – è la testimonianza dell’Italia migliore, che lotta per i valori in cui crede, che va avanti con il merito e con la volontà, che non si arrende dinanzi alle difficoltà della vita. Un esempio bellissimo per i giovani di oggi e di domani».
IL RACCONTO DI NADA NEL LIBRO DI BIAGIONI – «Dopo l’accaduto al Santuario della Madonna del Sasso – scrive Biagioni sulla base del racconto di Nada – Renato, seppur innocente, fu costretto dal partito a nascondersi nei boschi. Molto spesso Nada gli portava abiti puliti e sigarette e lo intimava a tornare a Firenze, ma Renato era troppo devoto al partito per disubbidire ai consigli dei compagni. Quando finalmente Renato si decise a presentarsi, Nada andò a prenderlo assieme a una zia per scortarlo fino a Volterra. Durante una pausa in un bar per prendere un caffé, Nada e Renato incontrarono per la prima volta Cassola». «Fu in questa occasione che incontrammo Cassola (…) Scendiamo dal camion per andare in un bar a prendere un caffè e incontriamo lo scrittore. Quando vede Renato abbracci e saluti: il padre di Cassola aveva fatto scuola a Renato a Volterra. Poi mi presentano (Cassola dirà che da quando ho visto Nada la prima volta mi è venuto in mente di scrivere il libro), era la prima volta che mi vedeva. (…) Renato racconta quel che è successo alla Madonna del Sasso (…) e concludemmo sperando nel 2 giugno come al giorno della vera liberazione. (…) Cassola ricorderà l’incontro a Colle, per la prima volta, era di pomeriggio. Lo vidi saltare giù da un camion con la sua ragazza. Era maggio, la guerra era finita da pochi giorni. Mi presentò Nada e mi raccontò della sparatoria alla Madonna del Sasso».
ROSSI E SCALETTI – «Se ne è andato un simbolo, un altro simbolo di un’Italia segnata dalla guerra, dalla fame, dalla distruzione; ma anche dalla voglia di tornare a vivere la normalità, il quotidiano e perché no, l’amore». Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha commentato la notizia della scomparsa di Nada Giorgi. «La vita di Nada appartiene a quelle apparentemente piccole che si legano al grande flusso della Storia – aggiunge l’assessore alla cultura Cristina Scaletti -, quella con la esse maiuscola, dandole in realtà un senso comprensibile a tutti, fuori dalle logiche riservate alla grandi figure emblematiche. Certo importanti, ma non uniche depositarie di vicende che riguardano tutti gli uomini. Nel caso della ragazza di Bube, ci riportano ad una Resistenza fatta di persone, con tutti i loro limiti e difetti così umani, e forse per questo ancora più eroiche. Senza retorica nella scelta di combattere in difesa di diritti inalienabili contro la barbarie e la sopraffazione».
Alessandra Bravi
Edoardo Semola