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Italiani prigionieri di guerra in Inghilterra, un libro per ricordare anche questa pagina poco nobile

La guerra e i prigionieri. Tedeschi a parte, che dire degli inglesi nei confronti dei soldati italiani presi prigionieri? Un libro ricostruisce per la prima volta la condizione poco buona di oltre 150 mila italiani portati in Inghilterra tra il ’41 e il ’46.

Lo pubblicano le Edizioni Scientifiche Italiane, è di Isabella Insolvibile  e s’intitola

Wops. I prigionieri italiani in Gran Bretagna, 1941-1946.

Il libro fa parte della collana «Il presente come storia» dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età contemporanea “Vera Lombardi”.

Questa la quarta di copertina:

Tra il 1941 e il 1946 più di 155.000 italiani furono detenuti in Gran Bretagna in veste di prigionieri di guerra. Trasferiti nella madrepatria britannica dai fronti africani per essere impiegati come contadini, con il passare del tempo gli italiani furono adibiti agli impieghi più svariati e, soprattutto dopo l’armistizio del settembre 1943, a lavori direttamente connessi all’economia di guerra. Nel lungo arco temporale della permanenza nel Regno Unito, lo status di prigionieri di guerra attribuito agli italiani non fu mai modificato e a nulla valsero l’armistizio, la cobelligeranza, la stessa opzione di cooperazione allo sforzo bellico alleato e addirittura la fine della guerra. Disprezzati dai detentori e dalla popolazione, trascurati dai governi postfascisti italiani, i prigionieri furono rimpatriati solo quando, dal 1945 inoltrato, i britannici poterono sostituire la manodopera da essi fornita con quella garantita dai prigionieri tedeschi, ma non prima di aver terminato l’ennesimo raccolto di barbabietole da zucchero. Questo libro ricostruisce, attraverso un’ampia documentazione italiana e britannica, la complessa e finora trascurata storia dei prigionieri italiani in Gran Bretagna durante il secondo conflitto mondiale, attraverso un’approfondita analisi storico-politica che non trascura gli aspetti giuridici ed economici, e fornisce un contributo significativo al complesso e articolato discorso relativo alla cattività di guerra.

Isabella Insolvibile (Napoli, 1978) è dottore di ricerca in Storia (2010). Membro del Consiglio Direttivo dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età Contemporanea «Vera Lombardi» (Napoli), dal 2010 collabora alle attività didattiche della cattedra di Storia Contemporanea presso le Facoltà di Lettere e Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli. Tra il 2005 e il 2008 è stata borsista della Scuola Superiore di Studi di Storia Contemporanea dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (Milano). È autrice di numerosi saggi relativi alla resistenza militare e alla prigionia di guerra, tra i quali si segnalano La Resistenza di Cefalonia tra memoria e storia (ANRP, 2004), Kos 1943_1948. La strage, la storia (ESI, 2010).

E questo è il link della pagina ESI:

http://www.edizioniesi.it/dettagli_articolo.php?id=3131&tipologia=volumi_collane&titolo=Wops_<br>I_prigionieri_italiani_in_Gran_Bretagna_(1941-1946)

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