Non basta l’inquinamento dal basso, nelle falde acquifere. Il problema più grande per Villa Adriana in caso di discarica a Corcolle viene dall’alto. Si chiama guano. I gabbiani colpiranno in modo definitivo i resti archeologici. Il prefetto parla di rifiuti trattati, è vero, ma vallo a spiegare ai volatili che quando fanno piovere il loro sterco non scherzano come sa chiunque abiti oggi nel centro di Roma (solo per fare un esempio). La denuncia è di Ferderica Galloni, direttore regionale nel Lazio del Ministero beni culturali.
FEDERICA GALLONI, CON DISCARICA DANNI IRREPARABILI A VILLA ADRIANA
IL DIRETTORE REGIONALE MIBAC, CON OGNI INTERVENTO DI PULITURA PERDITA DI MATERIA VINCOLATA IRRIPETIBILE
Roma, 23 mag. (Adnkronos) – La discarica a Corcolle potrebbe creare danni irreparabili a Villa Adriana. Non ha dubbi a questo proposito il direttore regionale dei beni culturali del Lazio, Federica Galloni. ”Il guano dei gabbiani che inevitabilmente popolerebbero la discarica -spiega Galloni all’Adnkronos- si depositerebbe sui resti archeologici della Villa, come avviene sui monumenti di Roma. I reperti archeologici pero’ non hanno intonaco protettivo e, a parte gli alti costi di pulitura, ogni intervento per eliminare il guano, unito all’acqua delle piogge sempre piu’ acide, comporterebbe una diminuzione di superficie, cioe’ una perdita di bene culturale in se’, di materia vincolata e irripetibile”.
Una questione, quella del guano, sollevata anche dall’ex presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali, Andrea Carandini. ”Il Consiglio -ricorda Galloni- ha sempre manifestato interesse sulla questione di Corcolle, e ha ribadito con forza e passione il proprio ‘no’ alla discarica. Nel nostro parere -sottolinea- portato alla conferenza dei servizi l’8 marzo scorso, abbiamo riferito anche le preoccupazioni espresse dal Consiglio all’unanimita’ e le rassicurazioni date all’Unesco che, in presenza di una discarica, avrebbe valutato se Villa Adriana fosse ancora in possesso dei requisiti per essere considerata sito patrimonio mondiale”.
”Abbiamo anche chiesto -prosegue Galloni- se il commissario Pecoraro avesse facolta’ di deroga per superare i vincoli archeologici e paesaggistici, e il soggetto attuatore, un tecnico regionale, ci ha fatto pervenire una nota dalla quale si evince che Pecoraro ha facolta’ di deroga da questi vincoli, mentre sembrerebbe non averli per l’aspetto tipicamente ambientale”.
‘TUTTA L’AREA DI CORCOLLE HA UN VINCOLO ARCHEOLOGICO MOLTO ESTESO’
In sostanza il commissario puo’ superare i vincoli archeologici e paesaggistici dell’area, che rimarrebbe archeologica a tutti gli effetti, ”e fare lo stesso la discarica, a valle del nostro parere negativo”, spiega Galloni. Che aggiunge: ”L’area dove finirebbero i rifiuti dista 2400 metri precisi dalla zona visitabile di Villa Adriana ma, dalla ‘buffer zone’ del sito, vale a dire quella zona di proprieta’ pubblica e privata, sotto la quale ci sono altri reperti, dista soltanto 700 metri”.
”E’ pur vero che questi 700 metri sono attraversati dall’autostrada, ma nel piano paesaggistico regionale -spiega la dirigente del Mibac- questa autostrada e’ individuata come punto di vista di belvedere dell’area archeologica”. Una definizione che verrebbe a cadere in presenza della discarica perche’ ”sarebbe anche un belvedere sulla spazzatura…”.
Infine, aggiunge Galloni, ”tutta l’area di Corcolle ha un vincolo archeologico paesaggistico molto esteso ed e’ fortemente indiziata di presenze archeologiche. Alle accuse che ci fanno di avere autorizzato le discariche preesistenti, voglio rispondere che -conclude Galloni- gli uffici periferici dei Beni culturali hanno rilasciato un’autorizzazione per la ricucitura ambientale di queste discariche, secondo le linee di livello del terreno preesistenti, con l’obbiettivo di ricreare il paesaggio naturale della