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Occhi puntati sul Mali e sulla liaison AlQaeda-tuareg. E Rossella Urru? Dimenticata

Il Mali è in fiamme mentre Rossella Urru, 30 anni, cooperante di Samugheo, è ancora ostaggio della banda di predoni che l’ha rapita la notte del 23 ottobre dal campo profughi del popolo saharawi a Rabouni, nel su dell’Algeria, insieme a due cooperanti spagnoli: Ahinoa Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons.

I tuareg hanno sferrato un attacco al cuore del potere maliano e stanno rafforzando la loro posizione militare a Timbuctu e in altre città. Una banda di tuareg alla periferia della città ha anche inscenato una spettacolare manifestazione di forza sfoggiando fuoristrada e pick up di ultima generazione e armi sofisticate provenienti dalla Libia dove avevano prestato la loro opera come mercenari al soldo di Gheddafi e sono andati via portandosi dietro tutto. Nel corso di questa sceneggiata, un gruppo di tuareg si sarebbe vantato di essere gli autori dei sequestri di occidentali e in particolare di Rossella Urru e dei due spagnoli. Parole affidate al vento del deserto oppure qualcosa di più concreto? Chi lo sa. Ma non è un caso che nei giorni scorsi padre Giulio Albanese, dell’agenzia Misna, abbia sollecitato le autorità italiane a intensificare le trattative perchè potrebbe esserci uno spiraglio per riportare a casa tutti gli ostaggi, compresa Maria Sandra Mariani, da oltre un anno ostaggio dei predoni del deserto. Intanto a Timbuctu, i tuareg fondamentalisti islamici del gruppo «Ansar Dine», vicini ad Al Qadea del Maghreb (Aqmi) hanno cominciato a distribuire copie del Corano.

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